Continua l’immensa ondata di sdegno per l’uccisione di Cecil, il magnifico leone di 13 anni che viveva protetto e ammirato nel Parco nazionale di Hwange, nello Zimbabwe, ed era inserito in un progetto di ricerca dell’Università di Oxford fino alla sua atroce fine, avvenuta il 1° luglio a causa del dentista americano Walter Palmer, 55 anni, aiutato ad ucciderlodal cacciatore di professione Theo Bronchorst.

L’inchiesta e la petizione

Gli Usa hanno deciso di aprire un’indagine per consegnare Walter Palmer, che è tornato nel proprio Paese ma è latitante, alla giustizia del Paese africano.

La proposta è stata avanzata dall’agenzia statunitense per la protezione della fauna, il 'Fish & Wildlife Service', e il governo esaminerà una petizione comparsa sul sito della Casa Bianca per chiedere l’arresto e l’estradizionedel medico bracconiere. Era necessario raccogliere 100.000 firme entro il 27 agosto, ma in tre giorni ne sono già state raccolte ben 146.000. Nell'appello si chiede al segretario di Stato John Kerry e al ministro della Giustizia, Loretta Lynch, di collaborare totalmente con le autorità dello Zimbawe, che hanno già chiesto l’estradizione di Palmer.

La stessa richiesta è stata formulata dal ministro per l’Ambiente, Oppah Muchinguri. Intanto, il dentista si è detto dispiaciuto per il suo gesto e ha dichiarato di avere avuto l’autorizzazione per la caccia anche nei confronti di Cecil.

Ma nel 2008era già stato condannato con l’accusa di bracconaggio per aver ucciso due anni prima un altro animale protetto, un orso nero che viveva oltre 60 chilometri fuori dalla zonain cui Palmer era autorizzato a cacciare.

Il cacciatore professionista Theo Bronchorst già alla sbarra

Nel safari di caccia l’uomo avrebbe fatto da guida al dentista, che l’avrebbe pagato 50.000 dollari per aiutarlo ad uccidere Cecil.

Il povero animale è stato attirato fuori dal suo parco con un’esca, colpito con una freccia e poi, il giorno dopo, finito con un fucile dallo stesso Palmer dopo 40 ore di agonia. Infine, quello che era stato il re di Hwange, è stato scuoiato e decapitato perché la sua pelle e la sua testa potessero essere esibite da Palmer come trofeo.

Ora Theo Bronchorst è libero dopo aver pagato una cauzione di mille dollari e, in caso di condanna, rischia fino a 15 anni di carcere per non aver impedito la caccia proibita. Lui si difende, affermando di ritenere di non essere venuto meno al proprio dovere, avendo ucciso un esemplare maschio ormai troppo vecchio per riprodursi. Ha anche detto, però, che a causa del buio non si era accorto che Cecil portasse il collare Gps con cui veniva studiato costantemente dai ricercatori. Rilasciato, invece, Honest Trymore Ndlovu, il proprietario del terreno sul quale, con l’inganno, è stato fatto andare il felino.

In un’intervista al quotidiano 'The Telegraph', Bronchorst avrebbe rivelato che Palmer aveva in mente di uccidere un elefante provvisto di una zanna di almeno 28 chili, ma lui non ne avrebbe trovato uno di tale grandezza.