Aveva 13 anni il leone Cecil, il simbolo dei Parchi nazionali dello Zimbabwe. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato in una fattoria al margine di Hwange. Una freccia l'arma che ha messo fine alla sua vita gloriosa di animale selvaggio. E quanto oggi si sostiene andrebbe apertamente contro le tesi iniziali, secondo le quali l'assassino del leone era stato uno spagnolo con la passione della caccia sportiva. Cecil rappresentava per il paese la maggiore attrazione turistica. Lo racconta Bryan Orford, una guida che lavora nel parco naturale. La sua perdita, come prevedibile, è stato un duro colpo per la popolazione, anche in termini economici.
Le indagini
Le autorità dello Zimbabwe sono ancora impegnate nelle indagini per rintracciare una (presunta) terza persona che si ritiene possa essere stata coinvolta nell'uccisione del leone. L'animale viveva in un'area protetta del parco nazionale dello Zimbabwe. Il cacciatore, un turista americano (tale Walter James Palmer, un dentista del Minnesota non nuovo a esperienze di questo calibro), coadiuvato da due guide locali, pare abbia attirato il leone fuori dal parco con una preda. Successivamente, lo avrebbe colpito con una freccia che, per due giorni, lo ha reso agonizzante. L'uomo avrebbe seguito Cecil nel corso di un questo intervallo di tempo, prima di finirlo, scuoiarlo e tagliargli la testa.
Un possibile trofeo da appendere sull'accogliente camino di casa.
Se di grave danno economico si puo' parlare in una simile crudelta', basti pensare che l'ignaro Cecil faceva incassare allo Stato ben 8 mila euro al giorno per il solo ingresso turistico alla riserva, oltre al guadagno per le foto scattate al leone. È caccia, quindi, al turista americano colpevole di aver tolto la vita ad un esemplare come Cecil, il leone più amato del Parco nazionale Hwange.
Un animale di 13 anni che, tra le altre cose, era anche coinvolto in un progetto di ricerca dell'Università di Oxford e munito, dal '99, di un collare provvisto di sensore Gps per essere sempre localizzato.
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