Il reattore numero quattro della centrale di Cernobyl, situata nell’area nord dell’Ucraina, esplose il 26 aprile 1986, esattamente trent’anni or sono. Si è trattata della catastrofe nucleare più grande di tutta la storia. Da quel maledetto giorno le radiazioni hanno iniziato a uccidere e lo fanno tutt'oggi, in poche parole non è cambiato nulla. Dopo l’incidente pochissime sono state le persone che si sono recate all’interno del reattore e il materiale radioattivo non è mai stato rimosso.

“Zona della morte”

Fu chiamata proprio così” zona della morte” o “esclusion zone” il luogo che fu recintato e liberato dalla presenza umana dopo la catastrofe e, che oggi, è una delle riserve, purtroppo, “contaminate” dallo spettro invisibile delle radiazioni che continuano a uccidere.

L'area vietata, attorno alla centrale maledetta, si estende per un raggio di circa trenta km e torna l'attenzione dei media di tutto il mondo alle porte dell'anniversario del disastro. Ma nonostante siano passati tre decenni, le ferite di coloro che sono stati colpiti, straziati dall'evento non si sono affatto rimarginate. La vita sembra tornare nelle zona vietata: animali, vecchietti che rischiano perché vivono nella miseria e non potrebbero permettersi altro. Le istituzioni e gli scienziati non si pronunciano su quelli che potrebbero essere i danni ancor oggi delle polveri e delle radiazioni nel terreno, ma i dati delle malattie parlano chiaro: bambini con tumore alla tiroide, donne con infertilità e via dicendo.

Il nuovo sarcofago

Il vecchio sarcofago installato che fu costruito all'epoca del disastro scadrà a fine 2016, oramai è al limite, negli anni ci sono state numerose falle, ma purtroppo è stato sempre difficile intervenire, contiene"200 tonnellate di corium radioattivo, 30 tonnellate di polvere altamente contaminata e 16 tonnellate di uranio e plutonio." Il sarcofago in scadenza verrà sostituito nel 2017, il progetto che renderà possibile l'operazione di chiama "NSC New Safe Confinement", avrà la forma di un arco della lunghezza di 162 metri, 108 di altezza e avrà il compito di contenere il materiale radioattivo e in più di smantellare il reattore, l'operazione avverrà pezzo pezzo attraverso l'ausilio di ponti mobili.