Aveva affisso un vero e proprio "tariffario" dei sacramenti don Valerio Mazzola, parroco di Villa di Baggio, frazione di Pistoia. Sul foglio, affisso in Chiesa, i fedeli potevano leggere i prezzi dei vari sacramenti: si andava dai 190 euro per il matrimonio, ai 90 euro per un battesimo o un funerale. I fedeli, indignati per la scelta del sacerdote, hanno deciso di protestare scrivendo una lettera a Papa Francesco.
Nella missiva, i parrocchiani, facendo riferimento alla missione del pontefice di una Chiesa cattolica "povera", che abbandoni gli sprechi e la vita agiata per stare vicina ai suoi fedeli, informano Papa Francesco della pratica introdotta da don Valerio Mazzola di stilare un "prezzario" dei sacramenti con tutte le cifre da versare. Inoltre, i cittadini di Villa di Baggio hanno protestato anche per l'atteggiamento tenuto dal sacerdote verso i bambini che devono seguire il catechismo per la comunione o la cresima.
Il parroco, infatti, è accusato di aver mandato i bambini presso altre chiese per mancanza di catechisti, rifiutandosi così di occuparsi lui stesso di dare lezioni di catechismo, sopperendo così all'assenza di catechisti. Avendo deciso di non occuparsi di comunioni e cresime, di conseguenza la cifra da versare per officiare a questi sacramenti non è stata inserita nel listino prezzi. Chiedendo aiuto al Santo Padre, i fedeli pistoiesi lanciano anche una provocazione al termine della lettera: "Questa pratica è conosciuta e accettata dalla curia di Pistoia e quindi anche dal Vaticano?".
Come replica alle accuse don Valerio Mazzola? Il sacerdote rifiuta la definizione di "tariffario" e dice che quelle pubblicate sono "semplici indicazioni di offerta". In questo modo, il prete afferma di essersi tolto dall'imbarazzo di dover dire una cifra ogni qualvolta un parrocchiano gli chiedeva quanto dovesse versare per la cerimonia. Inoltre, ci tiene a ribadire che quelle affisse non sono delle offerte obbligatorie, ma un riferimento per i fedeli ogni qualvolta hanno bisogno di un sacramento. Soprattutto, don Valerio evidenzia che quei soldi non rappresentano un suo guadagno personale: "La comunità deve capire che c'è bisogno del sostegno di tutti per mandare avanti la chiesa". Infine, facendo riferimento all'allontanamento dei bambini che hanno necessità di seguire il catechismo, il parroco si difende dicendo che, essendo un po' in là con gli anni ed ammalato, non riesce ad occuparsi di un impegno così faticoso.