Il Governo Renzi fra i moltissimi impegni, dopo la pausa estiva ed alla ripresa autunnale dei lavori, troverà sul tavolo anche quello di riscrivere il testo, con le nuove regole, che dovranno disciplinare le sale da gioco ed altri luoghi del gioco d'azzardo per meglio tutelare i minorenni. Lo ha affermato il senatore del Pd Franco Mirabelli. Dopodiché toccherà al Parlamento l'approvazione definitiva. Il risultato finale dovrebbe essere quello di chiudere al minorenne -in maniera definitiva- ogni possibilità di potere accedere al gioco d'azzardo.
Secondo l'Osservatorio Nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza (Paidòss), il 20 per cento dei bambini ed adolescenti -fra 10 e 17 anni- frequenta sale bingo e slot machine; ed il 25 per cento dei piccoli -fra 7 e 9 anni- ha già speso la paghetta per il "gratta e vinci" e lotterie di vario genere. La stima, che tuttavia fa rabbrividire e che non può lasciare indifferente il mondo degli adulti, è che ci sono circa 800 mila ragazzini, tra i 10 ed i 17 anni, che giocano d'azzardo. Mentre tra i 7 e 9 anni sarebbero più di 400 mila.
Snocciolare dati statistici e farsi tutelare esclusivamente dal Governo non potrebbe essere una maniera del tutto consona ad una avanzata società moderna.
Tanto più che il fenomeno in Italia è in continua crescita e sta facendo scaturire quei pericoli maggiori che sono il gioco d'azzardo patologico (vera e propria dipendenza) e quello problematico (comportamento a rischio del giocatore). Va detto che da tempo su questo segmento sociale ci stanno lavorando pure alcuni gruppi d'interesse della Sanità.
E non vale la pena nascondere il fatto che spesso il gioco d'azzardo si trascina dietro problematiche di usura e di comportamenti illegali. Come del resto già registra quotidianamente la cronaca.
E seppure a tutt'oggi non ci sono studi e dati epidemiologici da poter quantificare con esattezza la dimensione del problema, il gioco d'azzardo fra i minorenni deve scuotere le coscienze anche di coloro che non sono addetti ai lavori.
Tanto più che, pare, il "Decreto Balduzzi" non abbia sortito gli effetti desiderati. Soprattutto nel punto in cui esalta "l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da Gioco d'azzardo patologico (imprecisamente definita "ludopatia"), intesa come patologia che caratterizza i soggetti affetti da sindrome da gioco con vincita di denaro, così come definita dall'Organizzazione mondiale della sanità". I dati, comunque, anche se sono incerti dicono che i minorenni si avvicinano di più al gioco d'azzardo con le lotterie istantanee (gratta e vinci) e le slot machine: il 56% vengono considerati "non giocatori" ed il restante 40% giocatori da almeno sei mesi.
Gratta e vinci, lotto, video poker, bingo, giochi di carte con denaro, superenalotto dovrebbero rappresentare i giochi più praticati. E tra la popolazione studentesca i soggetti di genere maschile sono nettamente superiori a quelli di genere femminile: 69% vs. 31%.