Salvatore Buzzi, l'anello di congiunzione tra il malaffare e le cooperative rosse, è un fiume in piena in questi giorni. Nelle sue esternazioni rese alla magistratura avrebbe tirato in ballo personaggi noti della Roma bene, in qualche modo coinvolti nella squallida vicenda fatta di mazzette e appalti truccati a danno dei contribuenti. Fra i nomi tirati in ballo ci sono anche due bandiere della Roma, Francesco Totti e Ciccio Cordova.

I Re di Roma

Premesso che entrambi i giocatori non sono attualmente indagati, i due nomi sono finiti a contatto, stando alle dichiarazioni di Buzzi, con il mondo marcio di mafia capitale.

Una vicenda non nuova, e già contenuta nel libro "I Re di Roma", che aveva suscitato grandi polemiche, perchè aveva gettato fango su illustri personaggi che popolano la capitale.

Incalzato dalla magistratura inquirente, Buzzi avrebbe descritto un quadro a tinte fosche, nel rapporto tra i salotti buoni romani e la politica corrotta. Il coinvolgimento di Francesco Totti, fa riferimento al residente Ten (dal numero inglese dieci, come la maglia di Totti). Nell'interrogatorio Buzzi ha rivelato l'amicizia tra l'ex capo di gabinetto di Veltroni, Odevaine e il capitano della Roma. Una amicizia talmente profonda da consentire ad Odevaine di viaggiare sull'aereo della Roma in occasione delle trasferte, oltre alla scorta ai figli di Totti garantita dalla Polizia Municipale.

Secondo quanto confessato da Buzzi, una società facente capo a Francesco Totti sarebbe stata coinvolta, tramite Odevaine, in un affare immobiliare legato alla gestione degli immigrati.

Gola profonda

Sulla credibilità delle affermazioni dell'imprenditore arrestato, ora diventata vera e propria "gola profonda", deciderà la magistratura.

Quello che viene fuori, dalle dichiarazioni di Buzzi, è comunque un quadro sconfortante della società romana, dove la commistione tra interessi privati e pubblici e tra politica e imprenditoria, è improntata sul malaffare e sulla classica formula "do ut des".

Cene e campagne elettorali totalmente finanziate con soldi sporchi, da imprenditori che anelano a ricchi appalti.

Ma ciò che è più scandaloso, moralmente, è che siano proprio le sofferenze degli immigrati, lo strumento per foraggiare i conti correnti di politici collusi e imprenditori famelici. Ai posteri l'ardua sentenza, sperando che arrivi presto quella della magistratura.