L'Islanda, è un'isola che conta 330mila abitanti, in massima parte pescatori ed allevatori, anche se non mancano alcune realtà industriali molto all'avanguardia, soprattutto nel campo dei nuovi materiali. L'economia è ancora convalescente, dopo il crack finanziario del 2008. L'estensione è pari ad un terzo dell'Italia ma, sul piano dell'accoglienza e della solidarietà, l'Islanda si dimostra un Paese gigantesco, quasi una superpotenza mondiale. In un'Europa dove ancora si discute su chi deve fare che cosa, di fronte alle migliaia di profughi che arrivano, dove si alzano muri, dove si recuperano centinaia di morti, dove gli eserciti difendono le frontiere e dove certi politici usano tale tragedia per risibili vantaggi elettorali, l'Islanda è passata alle vie di fatto, perfino precedendo il celebre “cambio di strategia” di Angela Merkel, verso i profughi siriani.
Schiaffo morale all'Unione Europea
Gli isolani, il cui governo si era dichiarato disposto ad accogliere 50 rifugiati, hanno aderito all'iniziativa lanciata domenica su Facebook dalla professoressa Bryndis Bjorgvinsdottir e, nel giro di una giornata, oltre 12mila famiglie si sono dichiarate disposte ad aprire la loro casa ai rifugiati, fino ad un totale di 12mila persone. Fatte le debite proporzioni, sarebbe come se l'Italia decidesse di ospitare di colpo oltre due milioni di profughi o la Germania quasi tre milioni.
Volere è potere
Il governo islandese, di fronte a questa netta manifestazione di volontà popolare, si è già impegnato a definire le modalità organizzative che tale esodo richiederà (il clima islandese non è adatto alle tendopoli) e qualcuno si è già ricordato che, essendo stato abolito da tempo l'esercito islandese (dal 1945, l'isola è difesa dall'esercito americano che vi conta alcune basi strategiche), esistono molti immobili dismessi ed ex caserme, che possono funzionalmente prestarsi a tali esigenze, ferma restando la disponibilità di stanze dichiarata dagli abitanti.
Molti Islandesi non si sono fermati alla pura dichiarazione di disponibilità all'accoglienza, ma hanno già chiesto al Ministero del Welfare dove potere inviare il prezzo del biglietto aereo dalla Siria.