Nella notte, a Caltanissetta, i poliziotti della sezione Volanti hanno fermato un ventiseienne e un ventenne, per rapina aggravata e lesioni personali in concorso. I due, cittadini pachistani, avrebbero aggredito un loro conterraneo, di 36 anni. Tutti e tre, richiedenti asilo politico, sono ospiti del centro d'accoglienza di Pian del lago, una struttura ubicata nella zona Sud del capoluogo nisseno. Intorno alla mezzanotte, lungo la strada che porta al centro, nelle vicinanze del miniautodromo, il trentaseienne sarebbe stato avvicinato da tre persone, che lo avrebbero colpito violentemente con una spranga di ferro.

In quei frangenti l'uomo perdeva i sensi, e i tre gli avrebbero portato via quattrocento euro e un bracciale d'argento. Dopo il colpo, indisturbati, gli aggressori si sarebbero dileguati.

Il tempestivo soccorso dei militari

Nel volgere di poco tempo, seppure ancora frastornato, il malcapitato riusciva a raggiungere il centro, dove veniva soccorso tempestivamente dai militari impegnati quotidianamente, 24 ore su 24, nelle operazioni di vigilanza, che lo trasportavano subito al Pronto soccorso dell'ospedale Sant'Elia. Qui gli veniva diagnosticato un trauma cranico con ferita lacerocontusa guaribile in dieci giorni. Sul posto arrivavano anche i poliziotti - coordinati dal commissario capo Alessandro D’Arrigo - che raccoglievano in maniera dettagliata la testimonianza dell'uomo, il quale dichiarava di conoscere perfettamente due dei tre responsabili dell'accaduto.

Indagini ancora in corso

Dopo l'identificazione in questura e una serie di approfondimenti effettuati dall'ufficio Immigrazione, si constatava che uno dei protagonisti della vicenda aveva già avanzato domanda per uscire dal centro di Pian del lago, dopo che era stata rigettata la richiesta di asilo dalla commissione competente.

L'altro, invece, attendeva il responso dell'Unità di Dublino sulla designazione dello Stato membro dell'Unione europea per la cosiddetta presa in carico. Considerati gravi gli indizi di colpevolezza e tenuto in considerazione il pericolo di fuga, entrambi venivano rinchiusi nel carcere Malaspina, a disposizione dell'Autorità giudiziaria. Indagini sono ancora in corso per l'identificazione della terza persona che avrebbe partecipato all’aggressione