"Ciao nonita mia". Questo è il tweet con cui la nipote Beatrice Borromeo ha scritto per dare il triste annuncio. Da diversi giorni era ricoverata nella clinica milanese La Madonnina dove si è spenta, a causa di una malattia che si portava avanti da parecchio tempo, vissuta nel silenzio e nel rispetto dei familiari.Emiliana, classe 1931, temperamento estroverso ed istrionico, è stata la regina dei salotti di classe, della politica, della moda e dell'arte. Da poco era uscita la sua ultima biografia in cui raccontava la sua vita, dall'infanzia difficile e povera, al lavoro da mondina fino ad arrivare a quel matrimonio da sogno con il conte Umberto Marzotto, erede della dinastia industriale tessile dei Marzotto, dalla cui unione nascono cinque figli: Paola, Vittorio Emanuele, Maria Diamante, Matteo e Annalisa, scomparsa per fibrosi cistica nel 1989.
"Io alla vita ho sempre sorriso, lei a me non sempre" diceva parlando proprio della morte della figlia.
L'amore per Guttuso e Lucio Magri, l'impegno nella politica tra Craxi, Pertini e il PCI e la sua mondanità. La biografia racconta anche quella spiacevole vicenda avvenuta nel 2006 quando gli eredi di Guttuso la portarono in tribunale per una questione che riguardava la riproduzione di 700 opere del maestro, di cui Marta Marzottoera la musa ispiratrice, la sua "dolce libellula d'oro". Viene prima condannata a otto mesi di reclusione, ma tre anni dopo la Corte d'Appello di Milano annulla la sentenza. Tuttavia, il rapporto tra i due cessa improvvisamente dopo venti lunghi anni. Stilista ed ex modella, disegnatrice dei gioielli ed icona nel mondo della moda, Marta Marzotto lascia un grande vuoto nel planetario di lustrini e paillette, con la sua grazia, la sua eleganza e lo charme che hanno contraddistinto tutta la sua esistenza.
Del resto, se aveste provato a chiederle qualcosa relativamente la sua età, vi avrebbe risposto con quella stessa grazia ed eleganza connubio del suo nome: "Io non ho età, sono immortale. Bloccatemi se siete capaci".