Dalle indagini condotte dalla Procura di Trani sul disastro ferroviario dello scorso 12 luglio, sulla tratta Andria - Corato, in cui persero la vita 23 persone, sarebbe emerso un inquietante precedente, che fortunatamente non portò a spiacevoli conseguenze.

Il 21 ottobre 2014, il precedente capostazione di Andria (ora in pensione) avrebbe dato il via libera ad un treno diretto a Corato, nonostante su quella tratta fosse ancora presente un altro treno che viaggiava nella stessa direzione. La sufficiente distanza tra i due convogli ed il fatto che dalla direzione opposta non provenisse alcune treno, hanno impedito che accadesse un incidente, ma ciò nulla toglie alla gravità dell'accaduto.

Infatti, per ragioni di sicurezza, due treni, sebbene procedenti nella stessa direzione, non posso viaggiare sullo stesso segmento. Un errore come quello verificatosi nel 2014 è uno degli elementi (sebbene non l'unico) alla base del disastro ferroviario dello scorso luglio.

Il precedente

Il capostazione in quell'occasione fu sottoposto a procedimento disciplinare, ma ora gli inquirenti starebbero accertando se conseguentemente a quell'episodio furono adottate delle misure di sicurezza aggiuntive.

Tanto in quella circostanza, quanto nell'incidente di Corato, si parla di errore umano. Il punto è che quella tratta è una delle poche in Italia a binario unico prive di sistema di sicurezza con blocco automatico e la sicurezza pesa quasi interamente sulle spalle dell'uomo, che per natura è fallibile.

Se l'uomo sbaglia non c'è un sistema automatico ad impedire che accada il peggio. E in alcune situazioni caratterizzate da caos e condizioni di stress non è remoto il rischio di un errore.

Sulla tratta Andria - Corato, l’USTIF (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi), ente controllore del Ministero dei Trasporti, aveva concesso alla Ferrotramviaria SPA (la società che gestisce la tratta), la deroga all’obbligo di adottare sistemi di controllo automatici previsto dalla direttiva UE 122/2015.

I fondi per mettere in sicurezza l'infrastruttura erano stati già stanziati e già da ottobre 2015 avrebbe dovuto entrare in esercizio il doppio binario dotato di sistemi di sicurezza automatizzati. Anche per questo ritardo hanno pagato con la vita 23 pendolari.