Un nuovo colpo di scena torna a far parlare della triste vicenda di Fermo, dove il 5 luglio scorso un richiedente asilo di nazionalità nigeriana perse la vita a seguito di una colluttazione con un ultras fermano. A distanza di oltre due mesi le circostanze che hanno portato alla morte diEmmanuel Chidi Nnamdi restano ancora da chiarire, dopo che i risultati di una perizia effettuata dai Ris sembrano smentire quanto affermato dai testimoni oculari, che a loro volta avevano ribaltato la testimonianza diChinyere, la moglie della vittima. Le prime ricostruzioni parlarono di "aggressione razzista" nei confronti della coppia, con Chidi Nnamdi che sarebbe intervenuto per difendere la compagna.

In seguito alcuni testimoni oculari avrebbero però raccontato che ad alzare le mani per primo sarebbe stato il nigeriano, utilizzando anche un paletto, sulle quali però non ci sono tracce biologiche dell'uomo: secondo gli esperti del Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri infatti il nigeriano non sarebbe mai venuto a contatto con l'arma impropria. Ma procediamo per gradi.

I risultati della perizia dei Ris

Secondo la perizia dei Ris sul paletto che secondo le testimonianze Chidi Nnamdi avrebbe usato per colpire il fermano non ci sarebbe nessuna sua traccia biologica: non lo avrebbe pertanto mai impugnato. Al contrario però sul cartello stradale sono state rinvenute ampie tracce biologiche riconducibili all'ultras fermano, mentre secondo le ricostruzioni dei testimoni Amedeo Mancini sarebbe stato colpito con quel cartello, e non lo avrebbe brandito a sua volta.

La perizia ribalta completamente le testimonianze, e propone una verità sovrapponibile a quella raccontata dalla moglie della vittima, che però sembra fu indotta a ritrattare la sua versione dei fatti per evitare di essere accusata di falsa testimonianza.

Si complica la posizione di Amedeo Mancini

Gli eclatanti risultati della perizia potrebbero complicare il lavoro dei difensori di Mancini, che puntano al riconoscimento della "legittima difesa", sostenendo che sia stato il nigeriano ad ingaggiare la rissa.

Esprime invece soddisfazione, seppur con prudenza, l'avvocato della giovane nigerianaLetizia Astorri, che ha confermato gli esiti della perizia, alla quale hanno assistito anche i periti delle due parti in causa. Il legale sottolinea che Emmanuel non avrebbe mai impugnato il paletto oggetto della perizia, ne sarebbe mai stato colpito con lo stesso,così come non ci sono tracce della vittima sul cartello stradale, mentre al contrario sono presenti quelle di Mancini.

Che sia stato il fermano a brandirlo? E' presto per dirlo, ma è quello che sembrerebberaccontare la periziain questione, in attesa dell'esito degli esami sui vestitiindossati quel giorno maledetto dai protagonisti della vicenda, dai quali potrebbero emergere nuovi particolariutili per fare chiarezza sul caso.