Manca ormai poco alle elezioni del prossimo presidente degli Stati Uniti e Hillary Clinton, in corsa per la poltrona della stanza ovale, continua a stupire. Le sue dichiarazioni sul voler pubblicare gli x-files ed eseguire un blitz all’interno dell’Area 51, hanno sicuramente catturato i consensi dei cacciatori di alieni e dei teorici della cospirazione. Manovra ben ponderata per ricevere qualche voto in più? Forse, ma fatto sta che non sono state solo le sue dichiarazioni ha suscitare interesse e curiosità. Da una email venuta alla luce nelle ultime ore, risulterebbe una discussione incredibile su guerre spaziali, UFO e alieni.

A diffondere questa email, non poteva che essere il famoso sito Wikileaks fondato da Julian Assange nel 2006. La discussione sarebbe stata portata avanti da John Podesta e Edgar Mitchell, astronauta NASA che ha sempre fatto dichiarazioni pubbliche per quanto riguarda l'esistenza di civiltà aliene .

L’email di Edgar Mitchel sugli extraterrestri

“Gli extraterrestri non tollerano nessuna forma di violenza militare sulla Terra e nello spazio”, avrebbe detto Mitchell a Podesta, invitandolo poi ad approfondire la conversazione via Skype. Quello che ha scritto Mitchell nell' email ha davvero dell’incredibile, parlando di una probabile guerra spaziale in stile Star Wars, definendola “abbastanza reale”.

I teorici della cospirazione a lungo si sono chiesti il perché l’uomo dopo le missioni Apollo non abbia mai più messo piede sulla Luna. La NASA ha improvvisamente perso interesse per il satellite e questo ha scatenato teorie riguardo ad avvertimentiricevuti da un civiltà aliena , che vietarono a chiunque di ritornarci. Mitchell nella sua email a John podesta, definisce questi ETI (extraterrestrial intelligence) come non violenti.

L'astronauta NASA è stato sempre visto dagli scettici come un pazzo in cerca di attenzioni e popolarità. Il fatto che abbia scritto privatamente a Podesta parlando di determinati argomenti, cambierà certamente le carte in tavola. L'email è disponibile sul sito ufficiale di Wikileaks con numero 1802.