Chi siamo, da dove veniamo, perché siamo qui e soprattutto dove andremo? Sono le domande che si pone chi è alla ricerca del senso della vita, domande che però la Scienza non è ancora in grado di spiegare. I maestri spirituali hanno sempre cercato di insegnare che questa vita è solo un piccolo esame (dato lo scarso tempo che ci è concesso) e che sta a noi superarlo e andare avanti o essere bocciati e ripeterlo. Una cosa è certa: siamo molto più di carne e ossa, ed ora ne è convinta anche la scienza. Il team del fisico britannico Roger Penrose crede di aver trovato le prove che i microtubuli delle proteine contengono informazioni quantiche sull’essere umano, e che queste continuerebbero a esistere anche dopo la Morte fisica.

Penrose spiega come una prova di questa teoria sia data dal fatto che quando un corpo muore, questi “condotti” liberano le informazioni quantiche nell’Universo. Se il processo è temporale, queste particelle tornano al corpo, e questo tipo di esperienze sono conosciute come NDE (Near Death Experience, esperienze vicino alla morte).

Un mondo dopo la morte fisica

“Se il paziente non sopravvive a questa fase transitoria muore, ovvero, le sue informazioni quantiche restano nell’Universo in maniera indefinita”, spiega Penrose. Gli scienziati dell’Istituto Max Plank di Fisica di Monaco di Baviera, Germania, sono d’accordo con il fisico britannico e aggiungono che la realtà si basa su una nostra percezione, e una volta che la parte fisica muore, esiste molto altro.

La realtà fisica, quella che noi consideriamo tangibile, è solo una piccola parte rispetto a un’altra realtà, molto più estesa. I piani esistenziali possono coesistere l’uno indipendentemente dall’altro, dato che si trovano a frequenze diverse, senza interferire (o quasi). Secondo lo scienziato Christian Hellwig, dell’Istituto Max Planck di Biofisica e Chimica, i nostri pensieri, le nostre volontà, la nostra coscienza e i nostri sentimenti possono considerarsi spirituali dato che non hanno interazione diretta con le forze della natura.

Alla luce di ciò, potrebbero esistere nell’immenso Universo (o Universi), determinate forme di vita che sanno muoversi tra questi “mondi” in maniera del tutto naturale? Potrebbero quindi eventuali alieni non provenire da “anni luce di distanza” ma semplicemente da piani di esistenza differenti? Solo ipotesi, naturalmente.