"Ero un trascinatore. Ora non ho più voglia nemmeno di uscire, le mie giornate sono intrise di sofferenza e di dolore", così scrive dj Fabo al secolo Fabiano Antoniani diventato cieco e tetraplegico nel 2014 a causa di un grave incidente automobilistico, che ieri è tornato libero, come voleva. E' riuscito ad abbracciare la morte, ma per farlo è dovuto andare fuori dal suo paese, in una clinica svizzera, nazione dove è legale sia l'eutanasia che il suicidio assistito. Ad accompagnarlo c'erano la fidanzata Valeria che gli è rimasta sempre accanto e il radicale Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni che si batte per legalizzare l'eutanasia, Proprio all'associazione Coscioni, dj Fabo ha lasciato il suo 'testamento', uno scritto autobiografico in cui racconta la sua vita fino alla determinazione finale di voler morire.

Dj Fabo, l'infanzia, la musica, la vita 'spericolata'

Nello scritto, Fabiano racconta dell'incontro a 7 anni con la musica per il suo talento innato, fino a imparare a suonare la chitarra ed esibirsi. Poi l'approdo al conservatorio per scelta dei genitori, da cui però viene espulso perché troppo vivace e ribelle.

Il mondo della musica sembrerebbe una parentesi per Fabiano che, una volta diplomato geometra, manifesta la sua esuberanza facendo tanti lavori. Per otto anni passione e lavoro coincidono nel motocross. Ma nel 2009, a causa di un incidente in una gara, è costretto ad abbandonare. Comincia a trasferirsi a Ibiza in estate dove si dedica alla musica e scopre la sua vocazione: stare dietro la consolle.

Ed è la nascita di dj Fabo.

Ibiza, il magico volo in India, il sogno spezzato

La vita a Ibiza segna l'inizio del periodo più felice della vita di Fabiano: passione, vocazione e identità professionale coincidono. Riesce a vivere mantenendosi con la musica e in ciò che fa trova ciò che è. E da lì vola in India, uno dei viaggi più indimenticabili della sua esistenza: "capisco che il mio posto e il mio futuro sarebbero stati in quel paese", scrive.

E con la fidanzata ci si trasferisce 8 mesi all'anno e riconosce se stesso dopo aver indossato numerosi abiti che, racconta, gli stavano stretti. In India trova anche il successo professionale. Poi però al rientro da una serata che fa in Italia, è il 2014, diventa cieco e tetraplegico: "un rovinoso incidente mi spezza i sogni e la mia vita".

Ciononostante, continua a descriversi come un giovane adulto sempre vivace e vero amante della vita.

Il trascinatore al buio nella gabbia di dolore, la scelta di morire

L'incidente fa da spartiacque tra un prima, il mondo della vita, della luce dei colori, e un poi, il mondo del buio del corpo diventato una gabbia di dolore. Di se stesso dj Fabio scrive: "Un trascinatore, incapace di sopportare sia il dolore fisico che mentale, preferisco stare solo oggi che non poter vivere come prima".

Racconta la sua realtà: la vita allettato a casa della mamma a Milano, con una persona che lo aiuta, e la fidanzata Valeria che trascorre con lui più tempo possibile. "Mi portano fuori ma spesso non ne ho voglia.

Le mie giornate sono intrise di sofferenza e disperazione ora, non trovando più il senso della mia vita ora. Fermamente deciso, trovo più dignitoso e coerente per la persona che sono, terminare questa mia agonia".

Dalla decisione al contatto con l'associazione Luca Coscioni, il passo è stato breve: "una realtà che difende i diritti civili in ogni fase dell'esistenza dei cittadini. Compreso il diritto sacrosanto di morire. Grazie. Fabiano Antoniani". E così ieri dj Fabo nella clinica svizzera si è congedato dalla vita da trascinatore: ha salutato la mamma, gli amici, la fidanzata; ha scherzato sul suo ultimo pasto, lo yogurt elvetico più buono di quello italiano. Aveva solo paura di non riuscire a mordere il pulsante che doveva dargli la pozione fatale. "Se per caso non riuscissi a morire ne porterò un po' in Italia di yogurt", ha scherzato. Invece quanto ha desiderato negli ultimi tre anni della sua vita è accaduto: è tornato libero.