La notizia è che anche Tiziano Renzi, padre di Matteo, è indagato nell’ambito dell’inchiesta Consip (guarda il video di Marco Travaglio qui sotto). La stessa inchiesta, di cui Blasting News si è più volte occupato, che vede iscritti nel registro degli indagati il braccio destro di Renzi jr, Luca Lotti, l’imprenditore Alfredo Romeo, il comandante generale dei carabinieri, Tullio del Sette, quello della Toscana, Emanuele Saltalamacchia, e una serie di membri e sodali del cosiddetto Giglio Magico come Carlo Russo e Luigi Marroni, quest’ultimo amministratore delegato di Consip.

Il reato contestato a Renzi senior dai pm Paolo Ielo e Mario Palazzi è quello di traffico di influenze illecite.

In pratica, questa l’ipotesi investigativa, babbo Renzi, insieme all’amico Russo, avrebbe usato la sua influenza su Marroni al fine di ottenere il pagamento di tangenti nei loro confronti da parte di Romeo, interessato ad aggiudicarsi alcuni lotti del maxi appalto per le pulizie - il più grande di Europa con i suoi 2 miliardi e 700 milioni di valore - indetto da Consip. Mercoledì scorso Tiziano il toscano ha ricevuto anche l’invito a comparire in procura per un interrogatorio che dovrebbe tenersi tra una decina di giorni.

I sospetti sul Giglio Magico prendono corpo da diverse intercettazioni telefoniche con protagonisti Russo e Romeo, ma anche dal ritrovamento di alcuni ‘pizzini’, scritti e gettati poi nell’immondizia l’estate scorsa, questo il sospetto, proprio da Romeo.

Su questa carta straccia, sostengono i pm, sarebbero state incise le iniziali dei destinatari delle presunte tangenti, ovvero Renzi senior e Russo. La scena madre si sarebbe svolta negli uffici di via della Pallacorda a Roma. Qui, forse coscienti di poter essere intercettate (perché avvertiti da Lotti & co. secondo l’accusa), le due ‘R’ confabulano sibilline di dare “30 al mese a…”.

Frase riportata oggi dal Fatto Quotidiano che, a detta degli inquirenti, confermerebbe la dazione di denaro (quella che Romeo definisce una “polizza assicurativa”) a un non meglio precisato T., iniziale scritta sul pizzino gettato nella spazzatura. T. che starebbe per Tiziano, Renzi. Questa l’ipotesi accusatoria. A mettere ancor più nei guai il babbo dell’ex premier è, poi, l’amico Marroni, pellegrino a Medjugorje insieme alla mamma di Matteo Laura Bovoli, che a Romeo promette: “Ci si va a prendere una bistecchina con Tiziano”.

Naturalmente l’interessato sembra cadere dalle nuvole e nega ogni addebito, anche perché al momento non è stata trovata traccia di alcun pagamento illecito a suo beneficio. “Non conoscevo l’esistenza di questo reato che comunque non ho commesso - dichiara ai media - essendo la mia condotta assolutamente trasparente, come i magistrati potranno verificare”. E conclude la sua arringa difensiva tirando in mezzo i nipoti che “devono sapere che il loro nonno è una persona perbene”. Dichiarazioni che ora spetterà ai giudici accertare.