L’indagine condotta dalla Procura di Napoli sui presunti appalti truccati assegnati dalla Consip - società proprietà del ministero dell’Economia che compie ogni anno 7 miliardi di acquisti per la PA – non smette di offrire colpi di scena. Oggi il Fatto Quotidiano è uscito con lo scoop che anche l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi era a conoscenza dell’inchiesta che, al momento, vede indagati per rivelazione di segreto il suo ‘braccio destro’ Luca Lotti (guarda il video qui sotto), i generali dei Carabinieri Tullio Del Sette ed Emanuele Saltalamacchia e poi, per corruzione, l’imprenditore Alfredo Romeo, un altro imprenditore, amico della famiglia Renzi, Carlo Russo (secondo il tg di La7 Laura Bovoli, madre di Renzi, sarebbe stata la sua madrina di battesimo), il funzionario Consip Marco Gasparri.

Ma in questa ambigua vicenda che rischia di far cadere i petali del Giglio Magico, i protagonisti sono due persone non ancora indagate, ma che hanno assunto lo scomodo ruolo di gole profonde. Il primo è Luigi Marroni, l’ad di Consip, anche lui nel giro renziano, che ha tirato in ballo Lotti e i due carabinieri per la fuga di notizie che ha permesso di scoprire le cimici piazzate da Woodcock e colleghi. Il secondo è il presidente di Publiacqua Toscana Filippo Vannoni, anche lui amico dei Renzi, chiamato in causa proprio da Marroni, che, messo alle strette dagli inquirenti, si sarebbe fatto sfuggire il nome di Matteo. Ad aleggiare sull’intera vicenda c’è anche lo spettro di Tiziano Renzi, padre dell’attuale segretario Pd.

Dopo Lotti anche Renzi entra nell’inchiesta?

Dunque, ricapitolando: la situazione per il Giglio Magico comincia a precipitare martedì 20 dicembre quando gli inquirenti sequestrano diversi documenti nella sede romana di Consip. Subito dopo ascoltano, come persona informata dei fatti, con l’obbligo quindi di dire la verità, l’ad Luigi Marroni, autore della bonifica dalle cimici segnalate, ammette lui stesso, dal presidente Consip Luigi Ferrara, avvertito a sua volta dal trio Lotti-Delsette-Saltalamacchia.

Marroni fa anche il nome di Vannoni il quale, sentito il giorno successivo dai pm, non tiene a freno la lingua confermando che non solo Lotti, ma anche Matteo Renzi, era a conoscenza dell’inchiesta Consip.

A rendere ancora più drammatica la vicenda sarebbe poi la circostanza, riportata dal quotidiano La Verità di Maurizio Belpietro, e mai smentita, di come il padre di Renzi fosse ‘terrorizzato’ per un’indagine in corso a Napoli.

La cosa strana, infine, è che, per il momento, nessuno dei pezzi grossi chiamati in causa nell’inchiesta ha deciso di querelare il super testimone Luigi Marroni che, se ritenuto bugiardo, dovrebbe essere immediatamente rimosso da un ruolo pubblico come quello ricoperto in Consip. Ma, smentite a parte di Lotti e soci, diligentemente riportate in prima pagina da tutti i giornali allineati, per il momento niente si muove.