Poche settimane fa si ironizzava sul medico dell'Ospedale di Loreto Mare di Napoli che andava a giocare a tennis durante l'orario di lavoro o della persona che doveva controllare le presenze degli altri e a sua volta invece di controllare, faceva lo chef in un ristorante. Non si può scherzare quando le vicende di manchevolezze e di gravi irregolarità e persino di tangenti toccano addirittura un polo oncologico.
7 giorno dopo lo scandalo di Loreto Mare
Dopo una settimana dallo scandalo del Loreto Mare, un'altra inchiesta choc colpisce l'ospedale Pascale di Napoli, un polo oncologico di primaria importanza.
Qui ci sono i malati di tumore anche terminali e qui la Guardia di Finanza ha scoperto che un primario e altri suoi colleghi, lucravano sulla pelle dei pazienti. Arresti domiciliari per 6 persone, uno degli indagati è latitante.
Secondo l'accusa i medici favorivano le ditte farmaceutiche o fornitori in cambio di tangenti. Così all'ospedale venivano vendute medicine o macchinari scelti solo per fare business. Il principale accusato del sistema illecito, sarebbe il direttore del reparto di medicina oncologica addominale, il primario Francesco Izzo. Con il placet di Elia Abbondante, anche lui ai domiciliari, direttore generale dell'ASL Napoli 1, nominato sette mesi fa dal Governatore De Luca. Sette giorni fa era stato lui, nella vicenda di Loreto Mare, a prendere le difese dei medici assenteisti "hanno famiglia" aveva giustificato.
Coinvolta anche la moglie di Izzo
All'istituto Pascale, all'epoca dei fatti oggetto dell'inchiesta, Abbondante era responsabile dell'acquisizione di beni e servizi. Secondo l'accusa, sapeva tutto e avrebbe omesso i controlli. Le indagini del PM Woodcock, avrebbero accertato che per favorire certe ditte, venivano dichiarati non sostituibili, alcuni dispositivi medicali e si richiedeva l'acquisto con la procedura negoziale diretta, cioè senza gare. Così il gioco era fatto e si rivolgevano sempre ai promotori farmaceutici delle stesse aziende, riconducibili allo stesso primario e a Giulia di Capua, moglie del dottore Izzo, anche lei ai domiciliari.
Un settore molto redditizio
Il gruppo degli indagati avrebbero favorito anche il colosso farmaceutico Bayer, con la prescrizione di uno specifico farmaco antitumorale.
Nelle intercettazioni agli atti dell'inchiesta, il primario indagato e l'informatore parlano dei malati terminali come semplici numeri al centro di un mercato. Fanno i conti per 10 pazienti, 5 confezioni, alla fine si accordano su 50 confezioni e una presunta tangente: "io 10 mila euro li metto a disposizione per te, sempre che riusciamo a fare 50 confezioni", dice il rappresentante al primario.
Il giro di affari oggi è enorme. La moglie del primario, poi, al telefono parla con la madre ed esulta dei suoi guadagni, 250 mila euro arrivati sul conto. Evidentemente è un settore molto redditizio e a distanza di 20 anni nulla è cambiato nella mentalità. Così si agiva prima, quando ci fu lo scandalo nella Sanità con l'allora direttore generale del Ministero della Salute Duilio Poggiolini e il Ministro Francesco De Lorenzo, di cui il primario Izzo è nipote.