Che alcuni parlamentari facciano uso di sostanze stupefacenti e che ne sia fatto uso anche nei palazzi del potere è cosa nota, confermata più volte persino da alcuni onorevoli stessi, ultimo della serie il senatore Lucio Barani, che due anni fa dichiarò che molti suoi colleghi si recano in aula dopo aver sniffato, e che li avrebbe riconosciuti dalle pupille. Questa volta invece a rivelarlo è una giornalista di Fq Millennium, che ha trovato tracce di cocaina nel bagno degli uomini dedicato ai deputati, ubicato vicino all'ingresso in aula di Montecitorio.
A rivelarlo è un'inchiesta del Fatto Quotidiano pubblicata ieri, anche se la rilevazione risale alla fine di Marzo, in una giornata in cui la Camera affrontava un'importante votazione.
Droga all'interno del bagno dei deputati
Le tracce della costosa polvere bianca sono state riscontrate su una mensola all'interno di un bagno il 29 Marzo, ed il consumo risale certamente al giorno in questione perché un test effettuato di prima mattina, prima che il bagno fosse utilizzato da decine di parlamentari, aveva dato esito negativo. La giornalista per rilevare la presenza di droga ha effettuato più di una prova utilizzando salviette Nark che aveva comprato in un negozio della Capitale specializzato in questo tipo di dispositivi.
Quel giorno a Montecitorio erano presenti oltre quattrocento deputati e l'aula ha votato in merito alla normativa su toghe e politica.
Non è ancora chiaro se il bagno incriminato sia usato solo dai deputati o sia aperto a tutte le persone che si trovano all'interno del palazzo, come gli assistenti dei parlamentari, il personale di servizio ed i giornalisti stessi.
Il Fatto Quotidiano ha reso noto di essere in possesso di un video che mostra tutte le operazioni svolte durante l'esecuzione del test, e con un pizzico di polemica ironia domanda come mai la legge proposta dall'intergruppo parlamentare "Cannabis Legale" per legalizzare le droghe leggere sia arenata dal Luglio dello scorso anno, mentre nel palazzo c'è chi utilizza sostanze stupefacenti pesanti.
L'inchiesta delle Iene
Non è la prima volta che dei giornalisti si occupano di droga in parlamento. Nel 2006 gli inviati della nota trasmissione "Le Iene" sottoposero cinquanta deputati a test antidroga a loro insaputa mediante dei test a tampone. Dagli esami venne fuori che un deputato su tre era positivo ad almeno una sostanza illegale. Ben 12 deputati risultarono positivi alla cannabis, pari al 24% del campione. L'uso di cocaina fu riscontrata in quattro onorevoli, pari all'8% di quelli sottoposti alla prova.
Il servizio delle Iene suscitò un gran polverone, e nonostante i giornalisti avessero condotto il test in modo da non potere sapere quali deputati fossero positivi alle varie sostanze, la trasmissione televisiva fu denunciata ed in seguito condannata per violazione della privacy.