E' boom di operazioni finanziarie sospette nel 2016. Questo è quanto emerge dall'ultimo rapporto dell'Unità di Informazione Finanziaria, la speciale unità di intelligence della Banca d'Italia, pubblicato poche settimane fa. Le segnalazioni sono state oltre 100 mila, in aumento del 22,6% rispetto al 2015 e di ben otto volte superiore rispetto a quello che si registrava nel 2008 quando sono iniziate le rilevazioni.

Boom operazioni finanziarie nel 2016

Numeri spaventosi, che rischiano di far apparire questo anno 2016 come l'Annus Horribilis dell'antiriciclaggio, confermato dal fatto che il Nucleo di Polizia Valutaria, soggetto preposto ai controlli sulle operazioni sospette, ha valutato che circa il 70% delle segnalazioni ricevute l'anno scorso, vale a dire oltre due su tre, sarebbero "di interesse ai fini di indagine".

In altre parole, oltre 70 mila operazioni sospette sarebbero più che fondate e avrebbero dato luogo a vere e proprie indagini da parte delle forze dell'ordine.

Allarme Terrorismo

Ma quello che preoccupa di più i dati raccolti dalla Banca d'Italia riguarda il terrorismo. Nella Relazione introduttiva del Rapporto, il Diretto della Banca d'Italia, scriveva letteralmente che "Nel 2016 la minaccia terroristica si è imposta come una delle più rilevanti e urgenti fra quelle con cui il sistema si è dovuto confrontare". E i dati non fanno che confermare questa preoccupazione. Le segnalazioni di operazioni sospette di finanziamento del terrorismo registrate nel 2016 sono state ben 741, un numero elevatissimo, soprattutto se confrontato con gli anni passati: nel 2015, infatti, sono state meno della metà mentre nel 2014 addirittura sei volte inferiore.

Ancor più preoccupante, il fatto che quasi tutte le segnalazioni erano fondate: il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria ha ritenuto che il 90% di esse, pari a quasi 670 operazioni, era di interesse investigativo.

Dall'esperienza maturato dalla Banca d'Italia, stando alle dichiarazioni del Direttore, "I recenti episodi di terrorismo hanno confermato che i fallimenti più gravi dei sistemi di contrasto avvengono quando è carente la condivisione delle informazioni, prevalgono i particolarismi, si trascurano i segnali disponibili".

Per questo, l'Unità di Informazione Finanziaria si è data un gran da fare negli ultimi anni per migliorare i rapporti con le analoghe istituzioni straniere, come il Gruppo Egmont che riunisce Financial Intelligence Unit appartenenti a oltre 150 Paesi, a cui si aggiungono relazioni più strette e funzionali con le altre istituzioni nazionali preposte a contrastare il terrorismo, a partire dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.

Un'attività che ha consentito alle forze dell'ordine maggiori strumenti ben combattere in questi anni le minacce dell'ISIS.

Segnalazioni tra Voluntary Disclosure e resistenze dei soggetti responsabili

Questo aumento esponenziale di operazioni deve però essere ben analizzato. In parte è stato reso possibile grazie ai nuovi obblighi normativi che impongono ai soggetti responsabili di fare obbligatoriamente le dovute segnalazioni, pena pesanti sanzioni. A far cadere le ultime resistenze da parte dei professionisti è giunta anche l'intesa siglata con l'associazione dei notai per garantire l'anonimato per chi ha il dovere di segnalare le operazioni sospette. Come ha dichiarato il Direttore, i soggetti responsabili, in precedenza, "apparivano restii alla collaborazione, spesso trincerandosi dietro improprie motivazioni di lealtà verso il cliente o di eccessiva onerosità del sistema segnaletico".

A questo bisogna aggiungere gli effetti della tanto discussa Voluntary Disclosure o “collaborazione volontaria”, introdotta per condonare i patrimoni detenuti illecitamente all'estero. Questo strumento, da solo, ha garantito da sola un aumento di oltre 20 mila segnalazioni: "L’andamento del flusso segnaletico è stato influenzato dai provvedimenti in materia di regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero (cd. voluntary disclosure), che hanno generato considerevoli aumenti nel numero". In definitiva dunque, l'attività di contrasto sta maturando e si sta affilando, anche con riferimento ai nuovi fenomeni criminali, e grazie a particolari accorgimenti normativi. Dall'altra parte è evidente che l'attività illecite di riciclaggio, a partire dalla criminalità organizzata, continuano a ritmo serrato, per nulla spaventate dalla repressione dello Stato.