Il gravissimo atto intimidatorio ai danni del sindaco di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, nella notte tra il 4 e il 5 settembre scorso sono solo l'apice di una lunga scia di intimidazioni che colpiscono gli amministratori locali di tutta Italia e in particolare il centro sud. I numeri sono allarmanti: nel solo anno 2016 sono state denunciate ben 454 minacce e intimidazioni.

Il drammatico caso di Taurianova

Fabio Scionti è il primo cittadino di Taurianova, un paese situato ai piedi dell'Aspromonte, in Provincia di Reggio Calabria. Negli ultimi giorni, il paese è sulla bocca di tutti per il grave attentato subito dal sindaco.

Una bomba ad alto potenziale è stata fatta esplodere nel cortile dell'abitazione, distruggendo la macchina della moglie. Un atto gravissimo che avrebbe potuto provocare una tragedia.

L'apice di una serie di intimidazioni, iniziate da quanto Scionti è diventato sindaco di questo travagliato comune. Eletto tra le file del PD nel novembre 2015, all'inizio di quest'anno ha ricevuto una serie di lettere contenenti minacce di morte, preludio del recente attentato.

D'altronde, Taurianova è uno dei comuni più difficili da amministrare. A partire dagli scioglimento per mafia, ben tre: la prima volta nel 1991, conquistandosi anche il non invidiabile primato di primo comune sciolto per infiltrazioni mafiose, la seconda nel 2009 e infine nel 2013.

E questo può far ben pensare quanto la 'ndrangheta fosse presente ora come 30 anni fa.

Il caso della Provincia di Foggia

Un altro punto caldo è la provincia di Foggia, anch'essa alla ribalta delle cronache nazionali e locali negli ultimi mesi per gravi minacce a danni di sindaci. Qui la Sacra Corona Unita è più attiva che mai e soprattutto è particolarmente violenta.

Le dimostrazioni sono innumerevoli: dalla brutale uccisione a San Marco in Lamis di due boss assieme a due innocenti malcapitati che avevano assistito alla scena, sino al caso del Gran Ghetto di Rignano, infiltrato e controllato dalla mafia.

Ultimamente si è registrata una vera e propria escalation: Apricena, Margherita di Savoia, Trinitapoli, San Ferdinando, Trinitapoli, Ruvo, Peschici, Terlizzi, Taranto, San Severo e Gioia del Colle, per citarne alcuni.

La situazione è diventata talmente allarmante che la prefettura si è dovuta muovere per innalzare i livelli di protezione di questi amministratori.

I dati di Avviso Pubblico

Avviso Pubblico, l'associazione che riunisce Comuni, Unioni di Comuni, Province e Regioni contro le mafie, ha pubblicato qualche mese fa l'annuale rapporto "Amministratori Sotto Tiro", riferito all'anno 2016. I numeri sono impressionanti:

454 le minacce e intimidazioni denunciate, in leggero calo rispetto alle 479 del 2015 ma comunque di gran lunga superiore a quanto registrato nel biennio 2013-2014, rispettivamente 351 e 361. Anche se si registrano comunque casi un po' in tutta Italia, circa tre quarti dei casi sono registrati tra Sud e Isole, con Calabria e Sicilia a guidare la classifica.

Scendendo nel dettaglio, le informazioni si fanno ancora più preoccupanti: una intimidazione su tre è costituito da incendio, ad esempio dell'abitazione o di un mezzo, mentre una su dieci è una vera e propria aggressione fisica, spesso contro agenti della polizia municipale. Ma non mancano l'invio di proiettili (6%) o veri e proprie sparatorie (3%) così come il recapito della "classica" testa mozzata di animale; o ancora bombe (6%) o danneggiamento di cose (12%).

Insomma, negli ultimi anni fare il sindaco significa essere sottoposti a sempre maggiori rischi. Le pressioni della criminalità organizzata sugli amministratori, soprattutto quelli che non si piegano al loro volere, sono sempre maggiori. Dall'altra parte, la sensazione è che lo Stato latiti e non riesca a fornire adeguata protezione ai propri amministratori locali.