Ennesima triste notizia riportata dai telegiornali di un ennesimo suicidio. A Napoli, alla stazione Matardei un ragazzo dall’identità anonima sui 37 anni tenta la morte lanciandosi contro il treno in corsa. A quanto pare, la persona coinvolta è sopravvissuta ma in grave condizioni poiché è stato necessario amputargli un arto.
Sono molteplici gli eventi legati a questo gesto estremo, talvolta le cause sono ignote e altrettanto molteplici: dipendenti che non riescono ad arrivare a fine mese, litigi coniugali dilaniati dal vortice della depressione, ragazzi vittime di bullismo.
Insomma chi più ne ha più ne metta.
La psicologia ha cercato di indagare anche in questo campo e ha parlato di un fenomeno chiamato “effetto Werther”.
Effetto Werther
L’espressione "effetto werther" si riferisce al fenomeno per cui la notizia di un suicidio pubblicata dai mezzi della comunicazione di massa provoca nella società una catena di altri suicidi.
Il termine pare sia stato coniato dal sociologo David Philips che riprendeva la trama del capolavoro de “i dolori del giovane Werther” di Goethe, il cui protagonista, a causa di un fallimento sentimentale sceglie di togliersi la vita trovando la “luce” in fondo al tunnel. Sembra che i media possono influenzare, negativamente, il tasso di suicidi per il semplice fatto di annunciarli.
Questo fenomeno riguarda i suicidi di massa che innescano, secondo alcuni psichiatri, un meccanismo di identificazione: suicidi latenti in alcune persone vengono rianimati e quindi portati all’atto dalla notizia per la quale qualcun altro lo abbia appena compiuto. L’uomo utilizza le azioni degli altri per innescare in sé dei meccanismi che lo portano ad attuare ciò che per lui è giusto fare ma che è sempre restato nascosto.
La cultura di massa
In una serie televisiva “Lie to me”, viene menzionato il fenomeno in particolare riferito ad un episodio che pare sia accaduto realmente: due giovani sorelle indiane, in due tempi diversi, si tolgono la vita in seguito alle dolorose pressioni che sono costrette a subire. Provenienti da un altro paese e costrette ad emigrare in America per mantenere la famiglia, vengono coinvolte, insieme ad altre compaesane, in un giro di filmati a luci rosse per i quali loro sono le protagoniste.
Nella loro cultura tutto questo è vietato ma per sopravvivere sono costrette a farlo. La depressione scaturita da questi eventi porta al suicidio di tutte le donne che sono state costrette a condannare la loro identità per vivere. La particolarità del caso consiste nel fatto che tutti gli eventi di suicidio sono accaduti in tempi diversi, per la stessa ragione, in seguito poi alle notizie dei telegiornali.
Tuttavia bisogna studiare ogni caso a sé, la depressione e le malattie psicologiche come anche la condizione sociale possono giocare un ruolo determinante nella scelta delle persone a seguire l’istinto che si contrappone alla vita, il Thanatos, e come direbbe Freud: l’istinto di morte.