Giancarla Parisi, di Torino, artista contemporanea, è promotrice in Italia dell'Arte transumanista. Ricordiamo le mostre di Milano del 2013/14: Transhuman-Woman e Omegalfa, a cura dell'AIT. Nel 2014 ha lanciato il Manifesto dell'Arte Transumanista italiana, firmato da un centinaio di artisti. Segnalata dalle riviste Luuk Magazine (Milano) e hPlus, Usa, di Humanity Plus, a cura di Natasha Vita-More. Nel 2015 è tra le autrici di The Italian Rose 2000 (La Carmelina), dopo l'eBook, in uscita in cartaceo questo settembre. Ecco la nostra intervista in esclusiva per Blasting News.
Arte e scienza
Giancarla, arte e Scienza, quindi binomio possibile?
La mia pittura richiama quell'inscindibile binomio fra arte e scienza che iniziò con le prime pitture rupestri passando dall'arte egizia attraverso il mondo classico ed il Rinascimento fino alla rivoluzione industriale, poi le due discipline hanno forzatamente preso direzioni diverse sino ad oggi, quando grazie anche al mio percorso le due strade si stanno ricongiungendo nella riscoperta del vero significato di "Techne" equivalente del latino "Ars" che significa arte ma anche tecnica.
Giancarla secondo la critica, futurista o transumanista o semplicemente arte contemporanea futuribile? Nonostante tolleri queste tre definizioni voglio ricordare che le etichette mi stanno strette, tendono a togliermi la libertà di espressione.
Come ho affermato precedentemente: "Io considero il transumanesimo una profonda evoluzione scientifico-tecnologica del pensiero umanista rinascimentale. Sono inoltre d’accordo con Max More riguardo al fatto che il transumanesimo non può che esprimere i valori di espansione illimitata, autotrasformazione, ottimismo dinamico, tecnologia intelligente ed ordine spontaneo.
Per certe mie atmosfere transumaniste mi avvalgo di colori cosiddetti “cosmici” e attingo certamente alla lezione ancora tutt’oggi stimolante di un Dalì o di un Kandinsky – quest’ultimo non a caso dionisiaco nell’azzurro del cielo.
Futurismo al femminile
Giancarla, un altro punto spesso evidenziato dagli adddetti ai lavori: il Femminile in primo piano nelle tue opere?
È un argomento a cui tengo molto ed è verificabile sul mio manifesto sull'arte transumanista al femminile; più in generale, scommetto su una sintesi arte-tecnologia al femminile, una “meccanica rosa”, magari di un rosa shocking. Scienza e materia non sono in un certo senso proprio di genere femminile? Oppure proprio dal manifesto, recentemente edito in AA.VV. "Non aver paura di dire..." (eBook, La Carmelina, tra gli autori Roberto Pazzi, Pierfranco Bruni, Davide Foschi, Gianfranco de Turris, Marcello Veneziani, Giovanni Sessa e altri) estratto: "La nota affermazione di Marinetti sul disprezzo delle donne contenuta nel suo manifesto futurista è in realtà solo figlia del suo tempo: leggendo attentamente il coevo testo della Valentine de Saint-Point, autrice del Manifesto della Lussuria e del Manifesto della donna futurista, si comprende che egli non si riferiva tanto al genere femminile in toto, bensì a quel femminino molle, femminista e degenerativo trasversale ad ambo i sessi e ritenuto antipatriottico, antieroico, non attivista, pacifista e buonista, affatto adatto al "virile" progetto rivoluzionario futurista. Quello che Valentine cercava di esprimere con le parole, Tamara de Lempicka, artista idealmente vicina a me, lo esprimeva egregiamente con i suoi tratti di pennello".