La riforma delle pensioniin Italia non tocca certamente i 30mila fortunati pensionati, che rappresentano un privilegio assoluto e che le riforme della politica ha tenuto al riparo negli ultimi 25 anni, tagliando puntualmentequelladegli sfortunati comuni cittadini. Di queste Pensioni si conoscemolto poco, tranne il fatto di essere tenute in piedi da impalcature burocratiche e regole di favore delle categorie. Eppure, da dodici anni, una legge dovrebbe imporre l’assoluta trasparenza di queste pensioni, le cui informazioni e relativi dati dovrebbero essere comunicati al preposto Casellario centrale della previdenza.

Pensioni d’oro: i dati e la loro mancata trasparenza

Le categorie indenni dalle tante riforme edefinite come “l’altro sistema previdenziale” da Alberto Brambilla, esperto di pensioni ed ex presidente presso il ministero del Lavoro del nucleo per la valutazione della spesa previdenziale,sono tutte quelle categorie che si sottraggono alle regole che valgono solo per i “comuni mortali”. Le amministrazioni e gli enti che non comunicano i loro dati sono quelle della Camera e del Senato, che usufruiscono di particolari regole previdenziali, che sono state approvate dagli stessi parlamentari per deputati e senatori e per i loro dipendenti. Inoltre c'è anche la Regione Sicilia che è fuori dal regime Inps, in quanto gestisce un fondo sostitutivo di previdenza per i dipendenti amministrativi.

Rientrano in questa categoria protetta da regolamenti interni, anche la Corte costituzionale che prevede la tutela per i giudici e i suoi dipendenti, inoltre la Presidenza della Repubblica ed il proprio personale e tutte le Regioni a statuto ordinario e quelle a statuto speciale per le cariche elettive.

Ecco a chi spettano lepensioni d’oro in Italia

In un recente studio Alberto Brambilla, ha coordinato un gruppo di esperti che hanno messo, sotto osservazione, i bilanci degli enti costituzionali per poter inquadrare, in modo più preciso, la realtà di questo mondo a parte. Secondo lo studio dettagliato, le circa 30mila pensioni d’oro censite dal rapporto, determinano un costo annualealle casse dello Stato di più di un miliardo e mezzo.

Si tratterebbe in media di assegni da 3.338 per un totale di circa 40mila euro lordi all'anno per tutti gli ex dipendenti della Regione Sicilia e 16.600 al mese per un totale di 200mila euro per gli ex giudici costituzionali. Poi ci sono i vitalizi di Senato, Camera e Regionicon 7.500 al mese. Tutte questecategorie sono uscite indenni finora dalle riforme, spiega Alberto Brambilla, poiché si tratta di un sistema previdenziale a parte, cioè quello al quale non vengono applicate le regole che valgono solo per gli altri milioni di pensionati “comuni mortali”.