Dopo l'esito negativo del referendum, e il rifiuto di una proroga sulla data per completare l'aumento di capitale, l'incarico a gentiloni per la formazione di un nuovo governo viene visto positivamente per il successo dell'aumento di capitale di Montepaschi. Il CDA tenutosi ieri sera ha deciso di rilanciare la conversione delle obbligazioni subordinate anche al segmento retail. Secondo quanto riportato delle principali agenzia di stampa l'ipotesi di un intervento del fondo del Quatar come anchor investor è ancora aperta.

Il tentativo di proroga e l'inchiesta

A seguito del risultato negativo del referendum, Montepaschi aveva chiesto una proroga di 20 giorni per completare l'aumento di capitale da 5 miliardi, rispetto alla data prevista del 31 dicembre 2016. La ratio della richiesta risiedeva nella necessità di avere un governo stabilmente in carica per non scoraggiare gli investitori che avrebbero dovuto sottoscrivere l'aumento. Sebbene la risposta formale sia attesa solo per l'inizio di questa settimana, un'indiscrezione trapelata mercoledì' scorso ha causato un crollo del titolo in borsa. Sulla circolazione di questa notizia la BCE ha avviato un'inchiesta.

La carta della conversione

Il cda tenutosi nel pomeriggio di ieri ha deciso di riaprire la conversione dei bond subordinati anche al segmento retail nel tentativo di ridurre il più possibile l'importo da richiedere al mercato in sede di aumento di capitale.

Una prima proposta di conversione, indirizzata ai bondholder istituzionali aveva raccolto riscontri per circa 1 miliardo. Al fine di poter sottoporre una proposta analoga anche ai risparmiatori privati è necessario l'assenso della Consob per derogare ai profili di investimento che non fossero compatibili con l'acquisto di azioni.

Le opzioni per i risparmiatori

Allo stato, aderendo volontariamente alla proposta, i risparmiatori si vedrebbero corrispondere un'importo pari al valore nominale delle proprie obbligazioni che al momento sono quotate con uno sconto del 50%, ma dovrebbero accettare il rischio di impiegare questi fondi in azioni Mps. L'alternativa, nel caso l'aumento non andasse a buon fine potrebbe essere penalizzante perché vedrebbe la conversione obbligatoria al valore di mercato in caso di Burden Sharing, ossia di necessità che il Tesoro acquisisca la parte non sottoscritta dell'aumento di capitale. Nell'ipotesi peggiore, di Bail In, le obbligazioni subordinate potrebbero venire azzerate.