Secondo il Financial Times potrebbero esserci fallimenti a catena che coinvolgerebbero fino a 8 istituti di credito in caso di vittoria del No al Referendum Costituzionale. Le ragioni di questo effetto domino andrebbero ricercate nel fatto che gli investitori dei mercati finanziari potrebbero astenersi dal sottoscrivere gli aumenti di capitale per paura dell'instabilità politica originata da un esito della consultazione sfavorevole al governo.

L'elenco indicato dal quotidiano britannico oltre a Montepaschi e Carige, che si apprestano a ricorrere al mercato, include le 4 good banks slavate dal governo lo scorso anno (Banca Etruria, CariChieti, Banca delle Marche, e CariFerrara) e le 2 Venete (Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza) su cui è intervenuto il fondo atlante.

La scommessa del governo

L'articolo riprende brevemente gli sforzi del governo di trovare delle "soluzioni di mercato" ai problemi del sistema bancario, in larga parte originato dai crediti problematici (Non Performing Loans o NPLs) per evitare meccanismi di risoluzioni che prevederebbero non solo l'azzeramento delle azioni di questi istituti, ma anche il sacrificio degli obbligazionisti e, in casi estremi dei detentori di depositi superiori alla soglia di sicurezza.

Dette soluzioni prevedono inevitabilmente un ricorso al mercato e in particolare la più complessa e articolata riguarda Montepaschi. Qualora questa operazione dovesse fallire, potrebbe determinarsi un clima di generale sfiducia sulle prospettive del sistema italia che oltre a travolgere le banche più piccole, potrebbe addirittura minacciare Unicredit, unica banca sistemica del paese, in procinto di varare un rilevante aumento di capitale.

Difficile fare previsioni

Nel delineare i potenziali scenari negativi, è lo stesso quotidiano ad ammettere l'impossibilità di effettuare previsioni precise. In particolare, un elemento meno evidenziato nelle discussioni riguarda appunto il ruolo del governo non solo attraverso entità "sponsorizzate", come il fondo atlante, ma anche tramite moral suasion sugli istituti più sani, come nel caso dell'acquisizione da parte di UBI di 3 delle 4 good banks.