Che le Economie mondiali non producano equità nella ricchezza è un dato di fatto ma ciò che sta accadendo con il ciclone Trump negli Stati Uniti e in Europa con la Brexit deve far riflettere un po’ tutti gli investitori. Dopo oltre un ventennio di globalizzazione sfrenata i patrocinatori più convinti della globalizzazione stanno recedendo dalle loro certezze. I sogni del Nuovo Ordine Mondiale (NWO) dopo aver avuto qualche sontuosa battuta d’arresto stanno scomparendo nelle parole degli esperti economisti di tutto il mondo.

Solamente ieri, colui che sarà nominato Segretario al Commercio degli Stati Uniti, tale Wilbur Ross, ha definito la Cina il Paese più protezionista al mondo.

Lo scontato strascico di questa dichiarazione è l’aumento delle tensioni politiche tra le due potenze economiche e militari. Non meno cauta e diplomatica è stata la nuova Premier britannica Theresa May annunciando che la Brexit ci sarà, veloce e drastica. Aggiungendo, però, che da parte dell’Unione Europea c’è stata scarsa flessibilità nei confronti dei sudditi della corona inglese, invitando i vertici istituzionali a non commettere lo stesso errore in futuro se vuole avere successo. La critica è giusta e condivisibile, peccato che a farla sia stata la Gran Bretagna che non ha mai conosciuto la rigidità delle istituzioni di Bruxelles (vedere i casi della Grecia e dell’Italia per crederci). Se si dovesse ritornare a sistemi economici più chiusi, protezionisti e meno globalizzati bisogna tenere in considerazione un altro fattore che forse è alla base di questa battaglia politica.

L’economia inglese ha tratto giovamento dalla Brexit (bassa disoccupazione, aumento delle vendite e delle esportazioni, inflazione controllata, Borsa e Industrie in piena salute) e la speranza di Donald Trump è che la stessa situazione si ripeta negli Stati Uniti. Lo sfaldarsi del progetto di controllo mondiale del Mercato arricchisce (al momento) chi ne sta fuori o vorrebbe farlo.

Ciò che gli analisti si chiedono con maggior vigore è quale incidenza stia avendo la lotta ai Paradisi Fiscali sullo sfaldarsi dei sogni del Nuovo Ordine Mondiale. Pensiamo a quanto sta accadendo tra l'UE, Apple e l'Irlanda. La risposta potrebbe essere che, per il loro perfetto funzionamento, le più grandi multinazionali hanno bisogno di poter usare certi Paesi per custodire soldi e traffici di natura “opaca”.

L’economia in chiaro, in buona sostanza, necessita di una zona grigia su cui operare parallelamente. Chissà se l’Accademia della Crusca sarà disponibile ad aggiornare il significato del vocabolo “flessibilità” in base al nuovo uso e senso comune...