Novità importante in Legge di Bilancio per il settore agricolo e per le aziende vessate da una profonda crisi che dura da anni. La manovra finanziaria, sulla quale in questi giorni, la Commissione Bilancio sta valutando gli emendamenti pervenuti, ha un articolo dedicato all’esonero contributivo per nuove aziende iscritte negli elenchi della previdenza agricola. Si tratta di un aiuto per le nuove aziende che non si troveranno a dover pagare i contributi agricoli dovuti all’Inps. Ecco le novità e cosa è cambiato per via di un emendamento che il 22 novembre la Commissione ha licenziato positivamente.

Come funziona la misura

Imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti di età inferiore a 40 anni che tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2017 si iscrivono per la prima volta alla previdenza agricola, non pagheranno i contributi per 3 anni. Questo è quanto prevede l’Articolo 46 della Legge di Bilancio partorita dal Governo. Gli incentivi non finiscono con i 3 anni di sgravio totale, ma continuano prevendendone uno al 66% per il quarto anno di attività ed uno al 50% per il quinto anno. In definitiva, i nuovi iscritti per i primi 5 anni di iscrizione avranno questo importante incentivo che porterà notevoli risparmi per l’azienda.

Sempre per coltivatori diretti e imprese agricole è previsto anche un aiuto dal punto di vista delle imposte sul reddito.

Per quanto concerne l’Irpef, i redditi dominicali ed agrari dei terreni non concorreranno a formare la base imponibile su cui calcolare l’imposta sul reddito. La manovra prevede questa esenzione per il triennio 2017-2019 e la estende a tutte le imprese agricole, a prescindere dall’età del titolare ed alla data di iscrizione negli elenchi.

Due emendamenti approvati

La Commissione Bilancio, ieri ha approvato due correttivi che riguardano proprio l’Articolo 46 della manovra, di cui facevamo cenno nel paragrafo precedente. Si tratta di due proposte pervenute dal PD che miravano ad estendere quanto più possibile i beneficiari di questi incentivi. Per gli agricoltori che hanno la loro azienda situata in comuni montani o in zone agricole svantaggiate, lo sgravio sarà concesso anche se la prima iscrizione alla previdenza agricola è avvenuta nel 2016, sempre in riferimento a nuove imprese aperte da giovani sotto i 40 anni.

Bisogna ricordare che quasi tutte le Regioni italiane hanno un elenco di zone considerate svantaggiate secondo la tripartizione prevista anche da direttive della Comunità Europea. In linea di massima, le aree svantaggiate restano quelle montane, quelle a rischio spopolamento per le quali è necessario mantenere l’Ambiente naturale e quelle con svantaggi specifici. Per valutare se si rientra tra queste zone, vanno controllati gli elenchi predisposti dalle Regioni e dai Comuni che spesso distinguono le aree tra svantaggiate e parzialmente svantaggiate, riducendo le zone da agevolare a fogli di mappa e particelle. In parole povere, non sempre terreni e zone situate nel medesimo comune rientrano nel campo delle aree svantaggiate in cui è possibile sfruttare l’esonero contributivo.