Non si esaurisce il dibattito in tema di riforma pensioni 2015 e previdenza: il dibattimento che si sta tenendo in queste ore al Senato in merito al testo della Legge di Stabilità approvato alla Camera potrebbe rivelarsi fondamentale, dato che secondo fonti vicine a Palazzo Chigi il Governo Renzi starebbe pensando di reintrodurre le penalizzazioni sugli assegni anticipati superiori a 7 volte il trattamento minimo, per intendersi quelli che vanno oltre la soglia dei 3500 euro al mese. Considerata anche l’annunciata manovra relativa a prepensionamento e pensione anticipata non appare azzardato affermare che la fine di questo 2014 potrebbe risultare decisiva nel determinare gran parte della futura riforma delle Pensioni 2015, anche e soprattutto perché membri del calibro di Cesare Damiano (Presidente della Commissione Lavoro della Camera) continuano ad insistere in vista di una manovra previdenziale ampia, articolata e ben strutturata.

Proprio Damiano è tornato a rivolgersi al governo Renzi sottolineando come si debbano accelerare i lavori anche per rispondere ‘presente’ alle pressioni provenienti da OCSE e Unione Europea, che continuano a spingere affinchè i principali paesi dell’Euro Zona conducano in porto le riforme attualmente in discussione.

Riforma pensioni 2015, penalizzazioni e Quota 100: Renzi e Damiano, Senato snodo chiave ma alcune manovre potrebbero essere rimandate

Come sottolineato in apertura, dal dibattito in Senato riferito alla Legge di Stabilità potrebbero emergere nuovi sviluppi in tema di riforma pensioni 2015 e previdenza: oltre alla manovra tratteggiata in apertura e riferita alla re-introduzione delle penalizzazioni per gli assegni al di sopra di una certa soglia, Palazzo Madama potrebbe prevedere anche un’atra re-introduzione, quella relativa al divieto di cumulo reddito-pensione per chi ha meno di 66 anni e percepisce un assegno superiore a 3500 euro al mese. E mentre in Aula i lavori continuano a ranghi serrati, al di fuori si moltiplicano le dichiarazioni di membri politici e giuslavoristi in vista di una futura manovra che conduca alla riforma delle pensioni 2015: ‘La crisi, come dice l’OCSE, ha spinto molti Paesi ad accelerare le riforme delle pensioni. Il risultato, positivo per i conti pubblici, è stato però largamente negativo sotto il profilo sociale - ha sottolineato Cesare Damiano parlando di riforma pensioni 2015 e previdenza - Se Renzi vuole creare una discontinuità con le politiche del cieco rigore che hanno fin qui prevalso in Europa occorre correggere la riforma previdenziale’.



Quindi si alle politiche imposte dall’Europa ma con adeguati correttivi che l’Italia ha bisogno di introdurre in virtù di uno status quo sociale e civile particolare rispetto ad altri contesti dell’Eurozona. ‘Adesso si può rimediare introducendo nel sistema previdenziale un criterio di flessibilità: la proposta di legge a firma di Damiano, Baretta e Gnecchi, va nella giusta direzione. Si tratta di una ipotesi di lavoro già a conoscenza del ministro Poletti’ ha concluso Damiano riferendosi al ddl che prevede una pensione anticipata fissata a 62 anni di età più 35 di contributi. A dire il vero al momento sembra più probabile la configurazione di Quota 100 come soglia di accesso alla stessa pensione anticipata che in tal modo scaturirebbe dalla somma tra età anagrafica e età contributiva. In definitiva paiono tutti d’accordo sulla necessità di dover prevedere una riforma delle pensioni 2015 articolata e organica, ma non tutti credono che la Legge di Stabilità costituisca il giusto mezzo: ‘Per quanto riguarda le pensioni - ha dichiarato l’esponente PD Giorgio Santini - il tema importante riguarda la flessibilità in uscita. E' più probabile che questo tipo di intervento venga comunque collocato in nuovi provvedimenti ma non nella Legge di Stabilità 2015’. Seguiremo i futuri sviluppi, vi invitiamo a cliccare il tasto ‘Segui’ poco sopra il titolo del pezzo per rimanere aggiornati.