Effettuare modifiche sostanziali al sistema previdenziale già nella legge di stabilità 2015: questa la richiesta della Cgil al governo Renzi a proposito di una - sempre più urgente, secondo il sindacato - riforma delle Pensioni. Sarebbero su due fronti, in particolare, i cambiamenti da apportare: da una parte occorrerebbe intervenire ulteriormente sulle penalizzazioni sulla pensione anticipata (tema sul quale l'esecutivo ha comunque presentato nuove proposte per il 2015), dall'altra sulle pensioni d'oro. Vediamo le ultime news in merito.

Riforma pensioni 2014: Cgil e pensione anticipata

"Auspichiamo che il Senato nella rilettura della legge di stabilità ritorni sui propri passi e modifichi le norme in materia di pensioni votate dalla Camera": questa la dichiarazione di Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, che spera in correzioni di rotta del provvedimento attualmente all'esame del Senato, e più in particolare della V Commissione Bilancio.

Nel mirino del sindacato ci sono due emendamenti positivi, ma che necessiterebbero di ulteriori modifiche per non ingenerare disuguaglianze e confusione nel panorama previdenziale. Di cosa stiamo parlando? Il primo emendamento in questione è quello proposto da Marialuisa Gnecchi del PD ed approvato alla Camera, che elimina le penalizzazioni per chi decide di ritirarsi dall'attività lavorativa prima dei 62 anni, avendo raggiunto il requisito dei contributi (42 anni e mezzo o 41 anni e mezzo, a seconda che si tratti di uomini o donne). Non ci sarà taglio dell'assegno per chi otterrà i contributi entro il 31 dicembre 2017. Un provvedimento che tocca da vicino, tra l'altro, categorie deboli come i lavoratori precoci e chi svolge mestieri usuranti.

La Cgil plaude all'eliminazione di queste penalizzazioni, ma chiede di più: l'intervento dovrebbe essere strutturale e protratto oltre il 2017.

Riforma pensioni 2014, le richieste Cgil sulle pensioni d'oro

L'altro ambito di intervento sottolineato da Lamonica è, come anticipato, quello delle pensioni d'oro, uno "scandalo all'italiana" del quale si discute da tempo.

Su questo frangente negli scorsi giorni la commissione Bilancio ha approvato un emendamento alla legge di stabilità che prevede che l'importo dell'assegno previdenziale non potrà in nessun caso superare quello calcolato secondo le regole del vecchio regime, quello retributivo. In questo modo viene eliminata la possibilità di "cumulo" grazie alla quale, come emerso ultimamente, alcuni alti funzionari pubblici arrivavano a percepire assegni addirittura più pesanti dell'ultima busta paga.

Un emendamento che, però, non piace alla Cgil, in quanto colpevole di andare a toccare tutte le pensioni, anche le più basse: "Non si tratta infatti, come anche noi vorremmo, della definizione di un vero tetto - afferma Vera Lamonica - ma di una norma che impatta sul calcolo di tutte le pensioni e che, così formulata, genera persino interrogativi di costituzionalità". 

La Cgil ricorda poi le questioni previdenziali più calde ancora irrisolte, tra cui il tema Quota 96 della scuola e le vertenze di esodati ancora senza salvaguardia e macchinisti delle ferrovie, e chiede al governo di aprire al più presto un tavolo di confronto sulla controversa riforma Fornero del 2011. L'esecutivo di Renzi avvallerà questa richiesta? Se volete rimanere aggiornati sulle questioni legate alla riforma delle pensioni, vi invitiamo a cliccare sul tasto "Segui" in alto, sotto il titolo.