Nella giornata in cui il premier Renzi ha annunciato, a margine del CdM, i prossimi interventi in materia di riforma pensioni 2015, sottolineando la necessità dell'inserimento di norme più flessibili sull'uscita dal mondo del lavoro, attraverso lo strumento della rinuncia ad una parte dell'assegno, la vera notizia riguarda il decreto che sancisce quali saranno i rimborsi e quando verranno distribuiti. Se la proposta Renzi di riforma del sistema previdenziale è sembrato un "contentino" tutto da valutare nel futuro, ben più importante è la questione dei rimborsi: è possibile che arrivi una vera e propria pioggia di ricorsi che potrebbero costare moltissimo allo Stato: non soltanto si dovrà restituire ai pensionati la cifra intera, ma saranno caricati anche oneri aggiuntivi riguardanti le eventuali spese legali e gli interessi.

Rimborsi e riforma pensioni 2015: come e quando vi saranno, news 19-05

Per quanto riguarda i rimborsi dovuti ai pensionati, secondo quanto previsto dalla sentenza della Consulta, il governo Renzi ha approvato un decreto legge che così organizza la materia: quello che è stato chiamato, forse un po' impropriamente, "bonus" una tantum verrà liquidato ad agosto e sarà di 750 euro per coloro che hanno un assegno entro i 1700 euro lordi mensili, di 450 euro per coloro che ricevono 2200 euro lordi, di 278 euro per coloro che ricevono 2700 euro lordi. Queste medesime fasce saranno oggetto di un intervento di re-indicizzazione a partire dal 2016: 180 euro annui per le Pensioni di 1700 euro, 99 euro annui per quelle di 2200 euro, 60 euro annui per quelle di 2700 euro.

Lo Stato italiano, mediante questa manovra, risparmierebbe moltissimo: la spesa si aggirerebbe intorno ai 2 miliardi di euro contro agli oltre 10 dovuti. Le polemiche sono state continue e gli attacchi da una parte e dall'altra particolarmente incisivi: se il decreto è stato criticato da tutte le opposizioni, i leader del PD hanno sottolineato come la riforma pensioni Fornero del 2011 fu votata proprio da coloro che adesso si mostrano come paladini della "giustizia" previdenziale.

In questo senso si comprende perché Renzi abbia voluto affiancare all'annuncio sui rimborsi, quello sull'impegno in vista della riforma pensioni 2015.

Pioggia di ricorsi sui rimborsi: salta la riforma pensioni 2015? News 19-05

L'annuncio che potrebbero arrivare piogge di ricorsi contro il decreto legge sui rimborsi previdenziali non è soltanto una "minaccia" ma sembra essere un'eventualità molto concreta: se si analizza la questione dal punto di vista giuridico, le mancate rivalutazioni che colpiranno gli esclusi dal decreto (più di 1 milione di aventi diritto) rappresentano, leggendo la sentenza della Consulta, "crediti certi" e immediatamente soggetti a liquidazione.

In poche parole, i soggetti penalizzati potranno far partire quanto prima i ricorsi, mediante lo strumento dei "decreti ingiuntivi", e la possibilità di vittoria sarebbe molto alta proprio date le caratteristiche della sentenza. I costi per lo Stato sarebbero altissimi, in caso di vittoria dei ricorrenti: non soltanto i rimborsi, ma anche le spese legali e gli interessi. In questo senso, è possibile che salti qualsiasi investimento per la riforma pensioni 2015.

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