Si segnala nella giornata di oggi 10 maggio un intervento piuttosto importante su tutta una serie di incongruenze delle prove scritte del concorso Scuola 2016: a parlare è Alessandra Cenerini dell'ADI che ha rilasciato un'intervista al noto sito specializzato OrizzonteScuola. Il punto di partenza resta il medesimo: lo stupore suscitato dalla tipologia dei quesiti proposti, secondo i quali occorre organizzare una UdA (segnaliamo che anche nelle prove di ieri era presente) in circa 15 minuti. Le contraddizioni, però riguardano anche i possibili 'fenomeni tristemente noti' connessi al problema delle commissioni e delle valutazioni oggettive.

Quello di Alessandra Cenerini sembra essere proprio un allarme sulla situazione in cui si sta svolgendo il concorso.

UdA e prove scritte: gli allarmi sul concorso scuola 2016

Alessandra Cenerini sottolinea chiaramente che le prove scritte del concorso scuola 2016, soprattutto quelle dell'ambito di lettere, sarebbero una scimmiottatura della vecchia procedura dei temi e delle relazioni complesse. Il ragionamento è il seguente: è giusto non far svolgere più dei temi classici, ma le domande a risposta aperta ed effettuate in breve tempo, dovrebbero valutare la capacità di sintesi e la capacità di padroneggiare le questioni; con la richiesta di una UdA o con l'imitazione dei vecchi temi (da svolgere, però, in 15 minuti e non in 6 ore) questo non è avvenuto e il rischio è la difficoltà di valutazione.

Verifiche e valutazioni: i problemi del concorso scuola 2016

Il problema delle verifiche è al centro del secondo ragionamento che viene portato avanti: il nodo riguarda i 'fenomeni tristemente noti' in Italia riguardanti i favoritismi, l'unica soluzione possibile sarebbe stata quella di far correggere e valutare le prove da commissioni differenti da quelle convocate in una determinata regione (per fare un esempio: le prove della Campania sarebbero dovute essere corrette dalla commissione del Piemonte).

L'altra questione riguardante la valutazione delle prove scritte è quella connessa alla mancanza di chiare griglie, fondamentale perché tutto avvenga nella massima correttezza. Insomma, il Presidente dell'ADI è molto critica contro un'organizzazione che, probabilmente, non risolverà neanche la questione del precariato. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.