Mancano ormai pochi giorni al confronto tra Governo e sindacati che si terrà il prossimo 29 luglio, un evento carico di aspettative per i lavoratori in età avanzata che attendono di sapere quale sarà il proprio destino. Sul tavolo vi sono infatti numerose questioni specifiche da risolvere in merito ai blocchi creatisi con la Manovra Fornero del 2011, oltre ad un meccanismo di anticipo pensionistico (APE) di ampio respiro, che però sarà legato ad un sistema di penalizzazioni crescenti. Finora il Governo ha affrontato il dialogo con i rappresentanti dei lavoratori offrendo la propria disponibilità ad un ragionamento generale, ma quello che è venuto a mancare è un quadro chiaro dei conti che sappia rendere esplicito quale sarà l'impegno effettivo in termini di flessibilità previdenziale da parte delle casse pubbliche.
Non si tratta di una questione da poco ed anzi proprio questo particolare appare il vero ago della bilancia rispetto ad una riforma previdenziale che possa venire accolta con favore o meno dai lavoratori. Vediamo insieme perché analizzando le soluzioni finora prospettate.
Pensioni anticipate e APE: si pensa a misura generale con penalità crescenti
Prima di entrare nel merito di situazioni particolari, come ad esempio quelle dei lavoratori precoci e delle ricongiunzioni onerose, partiamo dalla proposta generale sulla flessibilità in uscita. Si tratta della c.d. APE, acronimo di "Anticipo Pensionistico": nella pratica il lavoratore potrà fruire di un prepensionamento di almeno tre anni, mentre l'eventuale quarto anno di anticipo resta appannaggio della dialettica in corso.
In cambio dovrà però accettare un meccanismo di penalizzazione che nella migliore delle ipotesi corrisponderà a zero per chi sta vivendo situazioni di disagio, come nel caso di disoccupati in età avanzata, lavoratori precoci, persone che hanno svolto lavori usuranti o con disabilità. Discorsi similari per chi entrerà in quiescenza con redditi bassi, con una soglia individuata al di sotto dei 2000 euro mensili lordi.
Mentre chi risulta al di fuori di queste fasce di garanzia potrebbe trovarsi a dover sostenere una penalizzazione anche molto accentuata, con punte fino al 20% della mensilità erogata dall'Inps.
Pensioni flessibili: le misure allo studio per lavoratori precoci e ricongiunzioni onerose
A fianco di questo quadro generale vi sono poi situazioni molto specifiche, come ad esempio quelle vissute dai già citati lavoratori precoci.
Per questi soggetti è allo studio un meccanismo di bonus in grado di garantire fino a 6 mesi di contribuzione aggiuntiva per ogni anno lavorativo che risulta accreditato tra i 14 ed i 18 anni. Diverso il caso delle ricongiunzioni onerose, per le quali si punta ad allargare l'istituto della totalizzazione senza oneri aggiuntivi e tramite il calcolo pro quota dell'assegno sulla base di ogni singola gestione. Un provvedimento richiesto a gran voce anche dalle lavoratrici del Comitato Opzione Donna al fine di permettere di ottenere la quiescenzaacoloro che hanno cumulato versamenti nella gestione separata dell'Inps.
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