Sebbene il confronto dello scorso mercoledì si sia concluso con una "mezza" vittoria da parte dei lavoratori precoci, buona parte della categoria si è detta ancora ampiamente insoddisfatta rispetto al lavoro di Governo e sindacati e al piano pensioni contestualmente sviluppato. Di fatto, la questione Quota 41 – opzione che permetterebbe a chiunque abbia raggiunto i 41 anni di contributi di accedere anticipatamente alla pensione – è stata trattata solo marginalmente, e comunque le è stata rifilata la valenza di mero "contentino" per i lavoratori più svantaggiati della categoria.
Dal canto loro, le parti in causa hanno commentato con la solita scusante della mancanza di fondi, insufficienti per garantire la pensione a ogni singolo precoce.
Pensioni precoci, le contestazioni
È notizia dell'ultim'ora quella della prevista manifestazione di alcuni dei rappresentanti della categoria a Palazzo Chigi, rimostranza che andrà ad aggiungersi alle innumerevoli già messe in atto sui social. Degna di nota è la lettera indirizzata a CGIL, CISL E UIL e a Tommaso Nannicini pubblicata sul gruppo FacebookLavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, di cui di seguito presentiamo un sunto.
La lettera
Reca la firma di Andrea detto il Toscano l'accorato appello contenente le giuste rimostranze di un gruppo di lavoratori da sempre "discriminato" come quello dei precoci.
Chi scrive sottolinea quanto sia stata inappropriata la decisione di dividere l'assembramento tra figli e figliastri, non meglio definendo i requisiti di appartenenza a quella classe di lavoratori "in difficoltà". I precoci non sono forse tutti gravemente svantaggiati, costretti a lavorare per ben 41 anni senza la garanzia di una pensione?
È con quest'interrogativo che la lettera si chiude, senza però prima rassicurare chi legge che "i lavoratori precoci continueranno a lottare per i loro diritti", per una Quota 41 finalmente per tutti o, come da slogan, "senza se e senza ma". Per ulteriori aggiornamenti, clicca sul tasto "Segui" accanto alla firma.