Proseguono le indiscrezioni sulla realizzazione di una nuova franchigia da inserire all'interno dei decreti attuativi in merito alla maturazione dei requisiti di quiescenza agevolata con l'APE sociale e la Quota 41 per chi ha svolto lavori pesanti. La misura era stata già segnalata ai lettori della nostra rubrica "Parola ai Comitati" nei precedenti articoli, ma oggi torna ad occupare le principali pagine della stampa specialistica mentre ci troviamo a pochissime ore dall'approvazione dei DPCM. D'altra parte, che il parametro delle sei annualità di attività continuativa per le attività gravose o pesanti fosse considerato eccessivamente oneroso per contribuenti era emerso anche dal confronto tra Governo e sindacati, con quest'ultimi che giudicano comunque il nuovo passo in avanti come un risultato parziale.
I parametri per accedere alla pensione anticipata tramite l'APE sociale
Conseguire il pensionamento tramite l'anticipo pensionistico di stampo sociale non sarà comunque semplice, visti i vincoli posti dal legislatore per poter fruire della misura. Sarà necessario aver raggiunto almeno i 63 anni di età, con 36 anni di contestuali versamenti per chi ha svolto lavori gravosi. Il futuro assegno dovrà inoltre risultare pari ad almeno 1,4 volte il minimo erogato dall'Inps. Bisognerà poi aver svolto per almeno sei anni in via continuativa una delle undici mansioni indicate dal legislatore, nel periodo direttamente precedente la data di inoltro della domanda. Proprio questo parametro potrebbe essere portato con le ultime modifiche a sette anni, implementando così una franchigia aggiuntiva di 12 mesi per il conseguimento dei parametri di legge.
In questo modo, si potrebbe tutelare chi, ad esempio, rischierebbe di rimanere escluso dal provvedimento perché nel periodo indicato ha vissuto un anno di disoccupazione o inattività.
Franchigia di garanzia presente anche per la quota 41
Anche i lavoratori precoci beneficeranno della medesima franchigia temporale, potendo quindi maturare il periodo di impiego in attività gravose negli ultimi sette anni anziché i sei antecedenti la domanda.
Il correttivo si attiverebbe in questo caso contestualmente al conseguimento di almeno 41 anni di versamenti, indipendentemente dall'età anagrafica effettiva, purché il lavoratore abbia versato almeno un anno di contributi prima del compimento del 19mo anno di età. Come da nostra prassi, restiamo a disposizione nel caso desideriate condividere con gli altri lettori la vostra opinione in merito alle novità che vi abbiamo riportato. Mentre per restare aggiornati sulle prossime notizie riguardanti la riforma previdenziale vi suggeriamo di cliccare il pulsante segui che trovate in basso, dopo la conclusione dell'articolo.