Potrebbero essere quattordici i lavori gravosi che beneficerebbero della possibilità di uscita con pensione anticipata a quota 63 anni senza subire l'aumento dei requisiti delle Pensioni di vecchiaia a 67 anni. È questa l'ultima novità emersa dall'incontro che si è tenuto nella giornata di ieri tra il Governo e i sindacati in merito agli adeguamenti dei requisiti delle pensioni che entreranno in vigore dal primo giorno del 2019. Si tratterebbe di una soluzione tampone che farebbe leva sulle pensioni Ape social in un quadro previdenziale nel quale non è possibile produrre delle stime dell'aspettativa di vita per le singole mansioni.

E, pertanto, non è possibile stabilire quale aspettativa di vita abbia un contribuente sulla base del lavoro svolto prima di accedere alla pensione.

Pensioni anticipate 2017 e pensione vecchiaia: ultime novità oggi aumento età uscita 2019

Tuttavia, per rendere più soft la misura della riforma Fornero che lega le pensioni all'aspettativa di vita e che determinerà, dal 1° gennaio 2019, l'aumento dell'età di cinque mesi per la pensione di vecchiaia e, a cascata, anche per la pensione anticipata, si punterà a mandare in pensione chi potrà accedere alla quota 63 dell'anticipo pensionistico Ape social. La misura, in fase di sperimentazione fino al termine del 2018 e dunque da confermare per gli anni successivi, prevede la possibilità di andare in pensione anticipata fino a 3,7 anni prima della pensione di vecchiaia, purché si rientri nelle condizioni o nelle mansioni previste.

Le condizioni (delle quali deve essere soddisfatta almeno una) riguardano lo stato di disoccupazione al momento di presentare la domanda (da tre mesi), l'assistenza a persone inabili oppure l'inabilità della stessa persona che presenti domanda di almeno il 74%. In alternativa, ma con più contributi (36 anni rispetto ai 30 delle precedenti categorie), si può andare in pensione anticipata se si provenga da un'attività lavorativa gravosa.

Lavori gravosi per pensione anticipata Ape social: ultime uscita a quota 63

Per il 2017 e 2018, la pensione anticipata con Ape social è stata prevista per 11 categorie di lavori gravosi. Tra questi rientrano:

  • per la scuola, maestre d'asilo e dell'infanzia;
  • per l'edilizia, i guidatori delle gru o di altri macchinari che servano alla perforazione, gli operai edili e chi sia addetto alla manutenzione degli edifici;
  • per i trasporti, gli addetti agli spostamenti delle merci, i facchini, i conducenti di mezzi pesanti, di treni ed il personale viaggiante;
  • per la sanità, infermieri e ostetriche che facciano lavoro su turni;
  • i conciatori, gli operatori ecologici e gli addetti ai servizi di pulizia;
  • gli addetti alla cura di soggetti non autosufficienti.

A queste mansioni, scrive oggi il Corriere della Sera, potrebbero aggiungersi altre tre categorie di lavori gravosi che potrebbero beneficiare dell'uscita a quota 63 anni con pensione anticipata Ape social e in presenza di 36 anni di contributi.

Ulteriore paletto consiste nell'aver svolto questa mansione per minimo sei anni degli ultimi sette. Le tre nuove categorie potrebbero essere i siderurgici, gli operatori agricoli e i marittimi. L'ipotesi è stata confermata dall'incontro di ieri tra i tecnici del Governo Gentiloni e i sindacati. Secondo le prime stime governative, con l'allargamento delle categorie dei lavoratori gravosi ai fini della pensione anticipata si potrebbebro salvare dall'aumento dell'età di uscita circa il 10 per cento dei contribuenti interessati alle specifiche mansioni.