Proviamo a fare chiarezza una volta per tutte sugli aumenti che dal 1 gennaio arriveranno nelle tasche dei pensionati italiani, correggendo eventuali errori o cattive interpretazioni della situazione, presenti su altri articoli del recente passato.

In più, sempre in questo pezzo, vi daremo delle potenziali novità importanti in merito all’Ape Sociale.

Aumenti delle pensioni: ecco gli importi precisi

Le pensioni dei cittadini italiani aumenteranno, dopo 2 anni di stop, dal prossimo 1 gennaio secondo il seguente schema.

I pensionati che percepiscono un’indennità fino a 3 volte il minimo, cioè fino a 1.522,23 euro mensili, riceveranno un aumento dell’1,1% rispetto all’attuale cifra.

I pensionati che percepiscono un’indennità da 3 a 4 volte il minimo, cioè fino a 2.029,64 euro mensili, riceveranno un aumento dell’1,045% rispetto all’attuale cifra.

I pensionati che percepiscono un’indennità da 4 a 5 volte il minimo, cioè fino a 2.537,05 euro mensili, riceveranno un aumento dello 0,825% rispetto all’attuale cifra.

I pensionati che percepiscono un’indennità da 5 a 6 volte il minimo, cioè fino a 3.044,46 euro mensili, riceveranno un aumento dello 0,55% rispetto all’attuale cifra.

I pensionati che percepiscono un’indennità oltre 6 volte il minimo, cioè sopra ai 3.044,46 euro mensili, riceveranno un aumento dello 0,485% rispetto all’attuale cifra.

Cos’è l’Ape Sociale

L’Ape Sociale è un’indennità erogata tramite l’Inps e per conto dello Stato a soggetti in determinate condizioni previste dalla legge, che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all’Estero.

La platea dei destinatari verrà allargata

La Cgil ha fatto uno studio che dimostra l’esistenza di tantissime risorse inutilizzare per Ape Sociale e precoci, che verrà portato al Governo, per aumentare in maniera considerevole il numero e la tipologia dei destinatari coinvolti da questo procedimento assistenziale.

In particolare, sempre secondo questo studio, il risparmio sarà superiore a 504 milioni, ed arriverà a 554 nel 2018: "Il risparmio di risorse realizzato sulle prestazioni di Ape sociale, e in un solo anno, il 2017, è superiore addirittura a quanto il Governo ha destinato per 3 anni", dichiara il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli, che aggiunge: "Il semplice ampliamento a quattro categorie di lavori gravosi è quindi del tutto insufficiente, ed andrebbe rivisto, invece, il meccanismo per intero".

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