"Sapete cos'è questa? È l'etica protestante, un'etica della responsabilità, me lo ha detto un mio collega tedesco molto arguto". Questa in sostanza la strabiliante scoperta di un giornalista dell'Ansa, riferita col tono compiaciuto di chi si crede furbo, nel corso di un'intervista a Rai News 24, parlando delle politiche di austerità. Dopo la durezza del vivere del compianto Padoa Schioppa, ci tocca sentire anche queste corbellerie. Cosa non si farebbe per fare una guerra ai poveri, usando le armi di una retorica da pifferaio della domenica, che crede di avere a che fare con degli imbecilli, tutti pronti a credere che sia loro la colpa della crisi, con quell'assurda pretesa di avere redditi con cui campare.

Detto in altre parole secondo questo filosofo convinto di appartenere ad un'aristocrazia esentata dalle responsabilità protestanti, l'austerità è l'ovvia conseguenza di una morigeratezza dei costumi e della sobrietà di una società superiore (dannazione da noi non si è mai avuta una rivoluzione protestante), che punta l'indice contro il dissipatore e l'irresponsabile spendaccione che si sfruscia più di quanto abbia guadagnato o più di quanto il volere di Dio gli abbia riservato.

Certo la colpa dell'aumento dei debiti sovrani, delle speculazioni finanziarie, delle scorribande della finanza, dei mutui subprime, del fatto che non abbiamo più una moneta e che non esiste una banca prestatrice di ultima istanza, è tutta colpa della voracità di operai, pensionati, disocupati, malati, handicappati che succhiano pensioni d'oro, di tutta quella gente insomma che si ostina a non capire che se hai una cosa è perché te la sei pagata o perché Dio ha voluto così e non perché ti spetta di diritto.

Naturalmente questa non è che una rozza rimasticatura di un'ideologia presa a prestito, manco a dirlo, dagli americani, molti dei quali sono convinti che la ricchezza dei fratelli Koch e la povertà di miserabili senza nemmeno l'assicurazione sulla salute, siano facce della stessa medaglia, un frutto della volontà di Dio, oltrechè di una pedante applicazione del darwinismo sociale: se muori perché non hai soldi per curarti vuol dire che quello è il tuo destino, e allo stesso tempo è la dimostrazione che non sei stato capace di conquistarti una posizione sociale adeguata.

Questi ciarlatani che ogni tanto credono di poter importare ideologie nefaste e fuori dal loro contesto barbaro, comprandole al supermercato degli orrori, non sanno nemmeno lontanamente cosa sia la responsabilità, altrimenti farebbero un vero lavoro e si guadagnerebbero da vivere come quegli irresponsabili che con i loro esosi salari gli pagano pure lo stipendio. Per inciso, questi signori sono gli stessi che, sempre per senso di responsabilità, hanno ucciso la satira in Italia e adesso inneggiano a Charlie Hebdo.