Sono trascorsi quattro giorni dall'attentato compiuto a Parigi e credo che siamo diventati tutti "Charlie Hebdo". Quelli che non apprezzavano il giornale satirico nella sua ironia hanno cambiato idea, schierandosi compatti per difendere un valore sacro ed inviolabile, fondamentale per tutti i Paesi democratici: la Libertà d'opinione. Purtroppo, proprio l'inviolabilità è stata ferita. Un colpo durissimo per tutto l'Occidente.
L'attentato
Le immagini che abbiamo visto sui teleschermi ci hanno fatto vedere una Parigi sotto attacco. Uno scenario molto simile a quello dell'attacco alle torri gemelle di New York.
E proprio come quell'11 settembre 2001, la data del 7 gennaio 2015 segnerà l'inizio di una nuova fase storica, che potrebbe modificare le nostre abitudini. L'Europa era già stata attaccata: nel 2004 le esplosioni di Madrid e nel 2005 quelle di Londra. E dopo quasi dieci anni nessuno si aspettava che potesse di nuovo accadere. Qualcuno comincia a chiedersi se dopo Madrid, Londra e Parigi il prossimo bersaglio non possa essere Roma, considerata il cuore della cristianità dai terroristi. L'attentato è stato compiuto da fanatici di Allah, militarmente ben addestrati, preceduta da un'accurata preparazione sulle abitudini della redazione Charlie Hebdo.
Conoscevano giorni ed orari delle riunioni del direttore coi suoi collaboratori e sapevano che c'erano due agenti armati a proteggerli.
Con queste informazioni il gruppo di fuoco li ha eliminati tutti in un unico attacco. Si sono rivelati dei veri professionisti del terrorismo per il modo in cui si sono mossi nell'operazione e dei maestri della crudeltà per come hanno assassinato il poliziotto ferito, peraltro un musulmano.
La strategia
Appare evidente che dietro tutto questo c'è la mano dell' Isis e del suo capo Al Baghdadi, che più volte ha minacciato l'Europa promettendo di portare la morte dentro i nostri confini.
Il sospetto è che dietro la vendetta per le vignette valutate blasfeme, in realtà si celi una strategia terrificante. Da quando era partita la campagna terroristica delle decapitazioni si era accesa una certa diffidenza nei confronti della comunità islamica. Dopo l'attacco di Parigi ha cominciato ad incrementarsi il sospetto nei confronti dei musulmani che incontriamo nella vita di ogni giorno.
E probabilmente è proprio questo lo scopo dell'Isis. Portare il terrore in Europa per mettere gli occidentali contro le comunità islamiche-europee: distruggere noi e schiavizzare gli islamici moderati.
L'Occidente non deve cadere in questa trappola mortale e deve reagire in maniera univoca, dando una risposta decisa che neghi ogni possibilità di dialogo con l'integralismo islamico, perché non si può comunicare con chi ha il solo obiettivo di annientarci. I nostri valori vanno difesi senza compromessi ed equivocità. In questo è necessario rivedere i rapporti con alcuni Paesi amici come Arabia Saudita, Emirati Arabi e Qatar, che hanno finanziato le organizzazioni terroristiche che oggi hanno messo in fiamme il Medio Oriente.
E ancora continuano a sostenere le correnti integraliste. E non va nemmeno trascurata una parte di responsabilità da parte degli Usa, che per abbattere regimi ostili come quello di Gheddafi in Libia e di Assad in Siria, hanno applicato la cosiddetta realpolitk servendosi proprio di questi gruppi paramilitari, oggi fuori dal controllo di chi li ha aiutati. Alla fine si è rivelata una strategia controproducente. Attenti! O Roma potrebbe essere il prossimo obiettivo.