Che cos’è la letteratura? A sentire De Santis è “l'insieme delle opere variamente fondate sui valori della parola e affidate alla scrittura, pertinenti a una cultura o civiltà, a un'epoca o a un genere”. La musica è letteratura? O non è piuttosto arte pensata, composta e strutturata per essere connubio di voce, musica e anche testo, testo che come in una sceneggiatura cinematografica ha bisogno di completarsi attraverso altri mezzi per svelarsi nella sua pienezza di opera d’arte? E allora Bob Dylan che c’entra con il Nobel per la Letteratura?

Aggiungi un posto al tavolo della letteratura

La premessa è d’obbligo: conosco poco Bob Dylan e non credo che il punto di questa assegnazione quanto meno bizzarra sia il suo più o meno alto valore artistico. Il problema è il significato delle parole. Non è la prima volta che un non scrittore viene premiato per il suo apporto alla letteratura e forse questo dovrebbe dirla lunga sulla concezione di letteratura che il Comitato per il Nobel (e non solo lui) ha.

A leggere la motivazione, Dylan ha “creato una nuova espressione poetica nell'ambito della tradizione della grande canzone americana”. Al di là delle polemiche che sono sorte, la canzone americana non è la letteratura americana. La canzone non è letteratura e lo si dice nel senso migliore del termine ai membri del Comitato del Nobel, che forse continuano a confondere le arti e i generi, come se fossimo ancora nell’VIII secolo a.C.

e l’unico modo di raccontare una storia fosse quello di cantarla alla corte di un re miceneo.

Ma la musica è già arte

La musica non ha bisogno di un Nobel alla Letteratura per essere elevata. Essa è già arte, un tipo di arte che ha bisogno delle melodie e della voce del suo cantante per trasmettere tutto ciò che ha da dire al pubblico.

Non importa quanto poetici possano essere i pezzi di Bob Dylan, la loro lettura non arriverà mai al lettore con l’immediatezza con cui la sua musica tutta intera – nella sinergia di note suonate e parole intonate – colpirà l’orecchio e la mente dell’ascoltatore.

Che Bob Dylan possa aver influenzato in diversa misura la letteratura americana sarebbe piuttosto oggetto di studio su quanto viviamo in un’epoca così interconnessa, che i generi finiscono per modificarsi a vicenda.

Un genere artistico può così travasare in un altro: un cantautore può ispirare una pletora di scrittori e poeti e uno scrittore può colpire il pubblico al punto che a più riprese diversi cantanti si ispireranno alle sue opere (vedi il numero non risibile di album ispirati a 1984 di George Orwell).

Il problema di questo Nobel è la visione troppo irreggimentata che continua ad assegnare alla letteratura un ruolo superiore alle altre arti, a nobilitare determinati artisti introducendoli in quello che dovrebbe essere un club esclusivo. Una sceneggiatura non è letteratura, non lo è nemmeno un testo teatrale, seppure nelle scuole spesso si associ il teatro di Shakespeare o di Ibsen anche alla letteratura.

Il grande contenitore a cui tutte queste manifestazioni artistiche appartengono è sicuramente la cultura e lo spirito dei tempi e dei popoli che li producono ma bisogna finalmente mettersi d’accordo sulle definizioni. Se davvero l’intento del Comitato del Premio Nobel era premiare un fenomeno artistico che ha influenzato per decenni la cultura – e non solo la letteratura – americana, ebbene, cambiamo nome.

Non più Nobel alla Letteratura ma Nobel all’Arte. Poi potremo ricominciare a discutere sulla validità o meno dell’artista premiato.