Claudio non è uno che scrive molto su facebook, al netto dei tanti post dedicati alle sue amene e lunghe passeggiate in bicicletta, in un misto tra amore per le naturali bellezze della nostra isola e un’autentica passione sportiva. Non è neanche particolarmente “social” perché – conoscendolo – non è interessato ad esserlo. Sa quello che vuole e se ne sta lì – sdraiato – sul muretto del suo profilo personale a dispensare, di tanto in tanto, poche parole a chi le sappia cogliere. Dal palcoscenico orizzontale per eccellenza, nella posizione orizzontale che vi ho anticipato, un paio di giorni addietro ha buttato giù una citazione proprio contro la porta d’accesso di quel mondo dove ognuno vale veramente uno.

Qualcosa che suona come una polemica al fatto che al giorno d’oggi ciascuno pensa di entrare su Google e trovare risposte su ogni cosa, senza distinguere più tra verità supposte e verità accertate. E ci si sente professori.

Orizzontalità e verticalità

Il paradosso di Claudio sdraiato orizzontale che contestava il mondo orizzontale in cui siamo sprofondati mi è sembrato talmente stimolante da volerci scrivere su Blastingnews e condividere con i miei lettori un buon proposito per l'ormai prossimo Natale. Inizio da quest’ultimo: troverò il tempo per andare al Cinema e guardare “Gli sdraiati” di Francesca Archibugi, pellicola tratta da un centinaio di pagine omonime scritte da Michele Serra quattro anni fa.

Non credo che sarà un atto di accusa verso una generazione che a furia di digitare sulle nuove tecnologie si è orizzontalmente proiettata così lontano da risultarci distinta e distante, quasi incomprensibile per noi genitori, ma una maniera intelligente - conoscendo Francesca Archibugi - per interrogarci su noi stessi quarantenni, in alcuni casi cinquantenni, e domandarci con esattezza “dove ci siamo persi”.

La nostra terra di mezzo

C’è una terra di mezzo che ci appartiene a cavallo tra una “meglio gioventù” che ha tradotto in azioni le idee forti di chi ha guardato il mondo pensando come dovrebbe essere e un’altra gioventù meno presuntuosa di quella che si è creduta la migliore e di cui troviamo difficile scoprire la profondità dietro la superficie.

In quella terra di mezzo ci siamo noi, quelli che – come Claudio – ci domandiamo se sia ancora possibile affermare il senso di una “disuguaglianza di valore”. Perché Claudio, per inciso, è una delle persone meno “sdraiate" che io conosca.