Durante questo 2017 che sta per finire, la Corea del Nord ha lanciato ben 17 missili, 18 con quello del 29 novembre, il più potente in assoluto rispetto ai precedenti. A dare il via al test missilistico è stato come sempre Kim Jong-un, il dittatore coreano, che Donald Trump, presidente americano, ha definito "little rocket man", tradotto per noi in "piccolo uomo razzo". Il dittatore che con la sua altezza dichiarata di 1.70 cm. e un peso che va ben oltre i 100 kg, sembra un ragazzo piccolo e giocoso, che si diverte a dare scacco ai suoi nemici dilettandosi con venti di guerra.

Il missile partito il 29 novembre dalla capitale della Corea del nord ha percorso un tragitto di 770 Km. per un'altezza di 3700.

Tregua interrotta: ripresi i lanci

La tregua dall'ultimo lancio del 15 settembre è durata soltanto due mesi e mezzo, pochi per poterci mettere il cuore in pace. Il missile ha sorvolato l'Isola di Hokkaido in Giappone, e avrebbe potuto raggiungere l'America o cadere sulla base di Guam. Basterebbe un lieve incidente, il distacco e la caduta di un pezzo di un missile che cadesse in zone abitate fuori dal territorio della Corea del Nord, e ben poco potrebbe evitare il verificarsi di una terza guerra mondiale, di una catastrofe nucleare. Kim Jong-un parla di ritorsioni verso l'Onu per le sanzioni che gli sono state applicate a fronte dei suoi pericolosissimi esperimenti su terre straniere.

"Ridurremo il Giappone in cenere", la sua intimidazione al vicino di casa, e non è ben chiaro se si tratti solo di propaganda. Non bastano le sirene che a Hokkaido allertano gli abitanti del pericolo, né la calma apparente di chi è convinto che quest'uomo crudele, Dittatore della Repubblica Democratica di Corea, sarà fermato prima che accada l'irreparabile.

Il Commodo asiatico

A 33 anni Kim Jong-un non è solo quello che appare, un ometto in sovrappeso con la faccia da bambino ed i capelli dal taglio discutibile, "a fungo", ma uno stratega che ce l'ha fatta a mettere in stand-by nazioni come l'America e la Cina. Kim Jong-un ha trasformato la sua piccola terra in un potente armamento nucleare, rendendola quasi inattaccabile, dal momento che né Stati Uniti, né Cina, né Giappone hanno interesse a che si giunga ad una terza guerra mondiale.

Il padre, Kim Jong-il, lo aveva ritenuto perfetto a prenderne il posto, benché Kim Jong-un fosse il terzo in ordine di successione. Kim Jong-un si è dato da fare, non c'è che dire! Spietato nel suo governare, tra tutte le sue nefandezze, ha fatto eliminare lo zio con l'accusa di "alto tradimento", si dice facendolo sbranare da cani, e addirittura un funzionario con l'unica colpa di aver preso sonno davanti al Dittatore. Ora, dopo questa ennesima provocazione del leader della Corea del nord, mascherato da prevenzione e autodifesa, restiamo in trepidante attesa di assistere agli sviluppi del lancio, il diciottesimo, di questo ultimo missile. L'Usa dichiara all'ONU che "ora la guerra è vicina", nello svolgersi del Consiglio di Sicurezza sulla Corea del Nord del 30 novembre; la Cina ribatte con un NO all'azione militare, e chiede dialogo e trattativa con il Dittatore e le altre potenze.

Aumenteranno le sanzioni alla Corea del Nord, con la continua speranza che servano a qualcosa di finalmente pacifico e positivo. Kim Jong-un, nel suo delirio di onnipotenza, prenderà in considerazione la sua eventuale uscita in perdita da una guerra nucleare? Tutti sappiamo che il suo stato ne uscirebbe distrutto. Noi tutti, chi lo sa.