I Mondiali di ciclismo di Bergen hanno regalato tanti spunti di critica a Mario Cipollini. L’ex iridato, mai banale e mai politicamente corretto, ha analizzato a lungo la corsa che ha consacrato Peter Sagan al terzo titolo consecutivo intervenendo ad un programma radiofonico di Radio 24, Tutti Convocati. Cipollini ha lodato apertamente Sagan, ma ha anche criticato fortemente tutti gli avversari del campione slovacco, rei di aver impostato una corsa troppo timida, sulla falsariga di un Ciclismo che gara dopo gara diventa, secondo il Re Leone, sempre più noioso.

Cipollini: ‘Sagan fuoriclasse, ma gli altri?’

Come quando vinceva le sue volate in modo dominante, Mario Cipollini è entrato d’autorità nella discussione sulla corsa dei professionisti dei Mondiali di ciclismo a Bergen. Il Re Leone è rimasto deluso dalla condotta di gara di tutti gli avversari di Peter Sagan, una strategia che di fatto li ha relegati ad una corsa per i piazzamenti. Cipollini ha fatto un paragone con il Mondiale da lui vinto a Zolder nel 2002, quando da favorito numero uno fu costretto a controllare la corsa tutto il giorno con la nazionale azzurra schierata in testa al gruppo.

“Avevo avversari come McEwen e Zabel, Australia e Germania, che non fecero niente per far sì che arrivassimo in volata.

Sagan da solo invece ne vince tre di Mondiali” ha analizzato l’ex campione a Radio 24, chiamando in causa le nazionali più forti e le loro strategie che hanno consegnato l’occasione di sprintare allo slovacco. “Sagan è un fuoriclasse, ma tutti gli altri cosa fanno, perché si permette a Sagan di arrivare in volata quando si può inventare qualsiasi cosa?" ha attaccato Cipollini.

‘Vorrei confrontarmi con Cassani’

Mario Cipollini non ha risparmiato neanche gli azzurri, e soprattutto il CT Davide Cassani. Secondo l’ex campione, la nazionale italiana avrebbe dovuto impiegare in maniera più propositiva molti corridori, pensiamo a Diego Ulissi o Sonny Colbrelli, che poi nel finale di corsa si sono staccati come da previsioni.

Nel penultimo giro Ulissi si è effettivamente inserito nella bagarre creata da un affondo di Dumoulin, ma ha agito sempre da stopper, senza mai rilanciare l'azione e cercare di rientrare sulla testa della corsa per costruire una situazione potenzialmente molto favorevole all'Italia.

“Mi piacerebbe confrontarmi con Cassani: ma quando a 60 km dall’arrivo hai all’attacco un gruppetto con De Marchi, in quel momento punti su di lui? Perché allora di ciclismo io non capisco niente", è stato il chiaro commento sulle strategie azzurre di Cipollini, che ha invitato il CT a sfruttare meglio i suoi corridori.

L’ex campione ha poi allargato il suo discorso a tutto il ciclismo attuale, appiattito e banalizzato anche dalla sfacciata superiorità della Sky nelle corse a tappe. “E’ un ciclismo che sta annoiando, al Tour e alla Vuelta i gregari di Froome sono dello stesso livello dei suoi avversari più importanti” ha criticato ancora Cipollini.