L'esito del voto sulle elezioni regionali dello scorso 31 maggio, continua a tenere banco all'interno dei partiti che analizzano i risultati e cercano soluzioni in vista dei prossimi passaggi politici. Nonostante la conquista o riconquista di 5 regioni sulle 7 in cui si votava, sembra il Partito democratico quello più in difficoltà con la minoranza interna che cerca di fare le pulci al premier. A vincere infatti sono stati i candidati governatori della precedente gestione del partito; Rossi in Toscana, Emiliano in Puglia e Catiuscia Marini in Umbria, mentre i candidati renziani sono stati letteralmente bastonati.

La sconfitta di Alessandra Moretti in Veneto era prevista ma il risultato finale è stato a dir poco catastrofico con Zaia che vince con la maggioranza assoluta dei voti nonostante l'addio di Flavio Tosi, mentre la candidata democratica non è andata oltre un misero 22%. L'altra candidata renziana, Raffaella Paita, è stata battuta da quel Giovanni Toti ora più che mai visto come il successore di Silvio Berlusconi e che ha contribuito a salvare la faccia a Forza Italia. Ha di sicuro influito sul risultato, la candidatura di Luca Pastorino uscito dal Pd dopo le primarie, anche se i sette punti di divario sembrano davvero troppi in una regione tradizionalmente vicina al centrosinistra.

Negli altri partiti colpiscono le buone performance della Lega Nord e del Movimento 5 Stelle; il partito di Salvini ha fatto il pieno in Veneto, è stato determinante in Liguria, e ha messo sotto Forza Italia in tutte le regioni del centro-nord, ottenendo risultati importanti in regioni da sempre ostili come Toscana, Umbria e Marche.

Ritrova vigore il Movimento 5 Stelle, che riesce in molte regioni ad essere il secondo partito; un risultato importante visto che nelle elezioni amministrative il movimento di Beppe Grillo aveva avuto difficoltà non avendo una classe dirigente radicata sul territorio. Con il risultato di queste regionali, sembra che anche in contesti locali, i pentastellati possano essere competitivi.