Qualcuno potrebbe dire, ironicamente, che la terra si stia ribellando all'idea di accogliere il ponte sullo Stretto. Infatti uno sciame sismico ha colpito Reggio Calabria nella giornata di ieri, con epicentro proprio nello Stretto di Messina.
In questi giorni, infatti, il premier Matteo Renzi ha rilanciato l'idea di costruire il controverso ponte per collegare Sicilia e Calabria, dopo che il governo Monti l'aveva abbandonato, dopo che il nostro Paese ha pagato 300 milioni di penale ai privati per non realizzare l'opera e dopo che lo stesso Renzi nel 2012 aveva bocciato il progetto, sostenendo che quegli 8 miliardi (in realtà sono di più) necessari a realizzare l'opera avrebbero dovuto essere destinati alla scuola pubblica.
Altri tempi. Anche su questo progetto Renzi ha cambiato idea.
Uno dei fattori di criticità tecnica del progetto del ponte sullo Stretto è legato proprio all'elevata sismicità dell'area, rientrando tra quelle a più alto rischio sismico in Italia. Questo metterebbe a rischio la stabilità e la sicurezza dell'infrastruttura, già di per sé senza precedenti quanto a complessità e difficoltà costruttive.
Lo sciame sismico: 7 scosse in 12 minuti
Proprio ieri mattina la terra è tornata a tremare nello Stretto, come a lanciare un segnale. Ad una singola scossa nella mattina ne sono seguite altre sette la sera, in soli 12 minuti, un vero e proprio sciame sismico, fortunatamente di bassa intensità. L'epicentro è stato localizzato al largo della costa sud di Reggio Calabria.
La prima singola scossa ha avuto un'intensità pari a 1.2 di magnitudo, a 6.5 chilometri di profondità, mentre il successivo sciame sismico ha registrato la prima scossa alle 19:14 e l'ultima si alle 19:26. Le scosse hanno avuto un'intensità compresa tra 1.6 e 2.3 di magnitudo, molto superficiali, con epicentro compreso tra 9.3 e 10.9 chilometri.
Ironia e riflessioni critiche sul web
L'ironia ha fatto il giro dei social. Il giornalista di LA7, Danilo Lupo, ha commentato 'Un dubbio: ma non è che porta sfiga?'.
Scherzi a parte, questo che per alcuni sembra essere un segno della Provvidenza, sembra aver ridato lustro ad uno delle tante argomentazioni critiche usate dai detrattori del progetto del Ponte sullo stretto.
E di fatto si è riaperta la riflessione sull'opportunità o meno di costruire un'opera di questa portata su un territorio ad alto rischio sismico, insieme alle ulteriori valutazioni di ordine sociale, ambientale, politico, paesaggistico, strategico ed economico-finanziario.