Poco meno di un mese fa la nota cantautrice canadese Joni Mitchell è stata trovata svenuta in casa. Soccorsa, ha affermato che la causa del malore va ricercata nel morbo di Morgellons, di cui soffre. Cos'è questa malattia che la comunità scientifica non riconosce? Il morbo di Morgellons è il nome dato dall'americana Mary Leitao nel 2002 ad uno stato molto doloroso e ben preciso che colpisce l'organismo umano e in particolare la cute. La comunità scientifica ufficiale respinge l'esistenza del morbo di Morgellons come una malattia reale, ma tenta di addebitare tutti i sintomi ad uno stato allucinatorio, una fantasia.
La chiama infatti "parassitosi allucinatoria".
Tutti i sintomi del morbo di Morgellons, dal prurito alle lesioni alla presenza di fibre di origine non umana
Mary Leitao ha iniziato a fare ricerche e studi sul fenomeno dopo che il figlio di due anni aveva iniziato a soffrire per delle piaghe e per formicolii cutanei. La Leitao, laureata in biologia e tecnico di laboratorio, esaminò le piaghe del figlio trovandovi delle fibre di origine sconosciuta. Nessuno dei medici ai quali il bambino fu fatto vedere seppe dare una spiegazione. Ad oggi, i sintomi più diffusi consistono in prurito, formicolio, fibre sotto pelle, lesioni persistenti nella pelle. Difficile bollare questo fenomeno come un'allucinazione, dato che colpisce moltissime persone nel mondo, dato che i sintomi si ripetono uguali e dato che la comunità scientifica non sa trovare spiegazioni valide.
La ricerca del Center for Disease Control: tante spiegazioni, nessuna risposta
La fondazione per la ricerca sul Morgellons creata dalla Leitao ha fatto così tante pressioni sul congresso americano che è riuscita a far incaricare nel 2008 il Centro per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione (CDC) di effettuare ulteriori indagini.
Le conclusioni del CDC sono state a dir poco inconcludenti. Un danno causato dal sole l'ipotesi più probabile, associato ad un impulso cronico a grattarsi insieme all'uso di droghe e allucinazioni. Molto più seriamente la questione è stata affrontata da altri ricercatori, tra i quali Randy Wymore della Oklahoma State University's Center for Health Sciences di Tulsa.
Wymore fece analizzare le fibre raccolte sulla pelle dei malati, comparandole con un database di oltre 90 mila composti, senza riuscire a trovare nulla di simile.
L'ipotesi dello smart dust, nano particelle che cadono dal cielo
Da più parti arriva l'ipotesi dello smart dust, "polvere intelligente". Il neurologo Edward Spencer del Barkley City Council parla di pulviscolo di ricaduta aerotrasportato. Anche i filamenti di ricaduta che piovono dal cielo dopo il passaggio di aerei che lasciano in aria innegabili e visibili scie bianche (le cosiddette scie chimiche) sono al centro dell'attenzione dei ricercatori e degli studi più recenti. Richard Fagerlund, entomologo, nota come la malattia stia raggiungendo proporzioni epidemiche ed esclude che si possa parlare di allucinazione per tutti i malati. Parla infatti di sostanze inquinanti, in particolare pesticidi, trovati proprio in quelle ricadute dal cielo.