Venticinque anni fa è stato indetto l''International No Diet Day' e il 6 maggio ricorda al mondo l'importanza di una dieta equilibrata, senza troppe restrizioni e con responsabilità, sfatando i falsi miti. Nel 1992 Mary Evans Young, ex anoressica, fondò l'associazione 'Diet Breakers' sensibilizzando l'opinione pubblica su questo tema, sempre attuale. Quante ragazzine, oggi, nell'emulare le modelle e le dive dello spettacolo si sottopongono a diete drastiche, senza il giusto apporto calorico e carenti nei nutrienti principali? Quante ragazze soffrono l'anoressia?

I dati parlano chiaro troppe, se si pensa ad esempio che il 30% delle bambine tra i 10 e i 14 anni è stata a dieta pur avendo un peso normale. In Italia l'anoressia nervosa è comune soprattutto nelle giovanissime di età compresa tra i 12 e i 25 anni. Tale patologia fu descritta per la prima volta dal medico inglese Richard Morton nel 1694 e oggi colpisce lo 0,28% delle adolescenti e delle giovani adulte. Le cause non sono ancora del tutto note, si suppone siano coinvolti fattori predisponenti, culturali, individuali e famigliari.

La giornata mondiale celebrata in Usa, Canada e Austria è una grande opportunità per incoraggiare le persone ad avere stili di vita salutari senza l'ossessione della linea. Recenti studi scientifici hanno evidenziato come alcuni accorgimenti possano aiutare a raggiungere lo scopo: il primo pubblicato sulla rivista Diabetologia, una delle più importanti in campo medico, suggerisce che basta bere una bibita zuccherata in meno al giorno per diminuire di un terzo il rischio di diabete; nel secondo studio, pubblicato su Journal of the American Society of Nephrology, si è visto che alzarsi due minuti ogni ora diminuisce di un terzo il rischio di morte. Questi e altri accorgimenti come ad esempio una dieta moderata, ricca di frutta e verdura, con più pesce rispetto alla carne possono aiutarci a raggiungere l'obiettivo della perdita di peso a lungo termine seguendo il, sempre valido, detto 'mens sana in corpore sano'.