Secondo un recente studio, consumare regolarmente il frutto del melograno detto “melagrana”, ossia la bacca rossa del melograno, simbolo di prosperità e lunga vita per gli antichi egizi, oltre ad essere ricco di sostanze che fanno benissimo per l'organismo,aiuta a prevenire l'insorgere di numerose malattie neurodegenerative.

Tutte le virtù del frutto del melograno

Il melograno, piccolo arbusto appartenente alla famiglia delle Punicaceae, deve le sue numerosissime proprietà benefiche alla ricca presenza d' acqua, fibre, proteine, vitamina A, vitamina C, vitamina E, vitamine del gruppo B, potassio, ferro, manganese, sodio, fosforo e acido folico.

Diversi studi condotti in questi anni, hanno confermato che si tratta di un validissimo antiossidante, per cui bere il succo di melograno o semplicemente mangiarne i frutti, aiuta a proteggere la salute delle arterie e di conseguenza quella del cuore, si favorisce il corretto funzionamento del metabolismo, si riduce il colesterolo LDL, si abbassa la pressione sanguigna e si previene la degenerazione delle cellule cerebrali.

Il melograno aiuta a mantenere giovane il cervello

La ricerca scientifica condotta dal dott. Nady Braidy, neuroscienziato australiano che lavora presso l'Università del New South Wales, pubblicata recentemente sulla rivista Oncotarget, ha dimostrato che bere l'estratto di melograno aiuta a prevenire forme di demenza senile come il Morbo di Alzheimer.

L'effetto benefico del melograno sul cervello sarebbe dovuto all'elevata percentuale di polifenoli, che com'è noto svolgono un ruolo molto importante per la prevenzione delle malattie di tipo neurodegenerativo. Il dott. Braidy in merito allo studio, dopo aver sottolineatogli effetti benefici dei polifenoli del melograno nelle strategie terapeutiche per la cura del Morbo di Alzheimer, ha dichiarato che l'introduzione dell'estratto di melograno nella dieta dei topi presi in esame, ha provocato una gamma degli effetti sanitari importanti, come ad esempio una diminuzione di sforzo ossidativo e neuroinfiammazione ed una migliore plasticità sinaptica nei cervelli dei topi testati.