In tutto il mondo il numero di persone malate di depressione è aumentato del 20% in un periodo di 10 anni, colpendo ormai circa 322 milioni di persone, un numero terrorizzante, circa il 4,4% della popolazione mondiale. L'aumento di queste cifre sarà il tema della Giornata mondiale della Salute del prossimo 7 aprile. Secondo i dati diffusi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ne soffrono ben 322 milioni di persone, e le donne sono le più colpite, circa l'1,5% in più degli uomini. Inoltre non tutte le persone colpite usufruiscono di trattamenti adeguati, si stima che oltre la metà della popolazione che ne soffre non abbia accesso a cure, soprattutto nei paesi con minor mezzi.

L'Oms ha lanciato una campagna di sensibilizzazione che utilizza lo slogan "Depressione, parliamone" con il quale presenterà l'argomento il prossimo 7 aprile. Spesso infatti, la malattia rimane nascosta perchè chi ne soffre non sempre cerca aiuto ed è restio a parlarne con altri.

La depressione è subdola

La diffusione della malattia è pari alla sua difficile diagnosi: è una patologia subdola ed i sintomi sono soprattutto psichici. Il depresso soffre di una tristezza perenne, di perdita di interesse nelle attività, di scarsissima autostima e bassa stima di sé. A ciò si accompagnano le conseguenze fisiologiche come la perdita dell'appetito, i disturbi del sonno, la scarsa concentrazione e l'apatia.

Nei casi più gravi non è raro arrivare al suicidio, anzi sono sempre più numerosi i decessi per depressione negli ultimi anni. Due anni fa si sono uccise in preda alla depressione 788.000 persone il suicidio rappresenta a livello mondiale la seconda causa di morte tra i giovani. Ci sono persone ad alto rischo che non sono sufficientemente monitorate e che, se non seguite da vicino, possono commettere un atto estremo.

La depressione peggiora con l'età

Nelle fasi più avanzate della vita si è più esposti al rischio della patologia. Il rischio di incappare in questa patologia, infatti, mostra dei tassi di crescita maggiore tra gli anziani. Si deve intervenire nei loro confronti, nei confronti dei giovani, delle donne in attesa e delle neomamme, spesso vittime della depressione post partum. Anche ai bambini dovrebbero essere insegnate strategie di difesa contro la depressione, a cura di insegnanti e psicologi, già dal periodo scolastico.

I traumi che portano alla depressione sono molteplici, il pericolo è maggiore in caso di perdita di un coniuge, separazione, povertà, disoccupazione, malattia fisica e abuso di sostanze stupefacenti. Il consumo di droghe leggere contenenti il THC provocherebbe delle limitazioni enzimatiche che nel tempo predispongono alla depressione.