Fra poco l'Europa dovrà decidere se mettere al bando il glifosato, utilizzato da decenni in tutto il mondo, o permettere che si continui il suo uso, a rischio della nostra salute. Il prodotto chimico nel 2015 è stato inserito dall'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro nella lista delle sostanze definite "potenzialmente cancerogene". Lo IARC, branca dell'OMS, l'ha quindi condannato, mentre l'EFSA europea ha ammorbidito i toni fornendo giudizi più rassicuranti ma c'è il sospetto che il suo parere sia stato "foraggiato" dall'azienda statunitense che produce il diserbante a base di glifosato più diffuso al mondo, il RoundUp, che in tutto il mondo registra vendite per 4,75 miliardi di dollari.

L'azienda è la Monsanto, e recentemente è tornata agli "onori della cronaca" per una sua probabile fusione in corso con un altro gigante dell'economia mondiale, il colosso chimico e farmaceutico tedesco Bayer. L'Unione europea ha tempo fino al 31 dicembre dell'anno corrente per decidere se impedire un unlteriore utilizzo del glifosato o permetterlo per altri 10 anni. L'Italia ha cercato più volte di evitarne l'uso nel suo territorio, in base al principio di precauzione e con dei decreti ultimamente limitati dall'Ue. Quando infatti una questione risulta controversa dal punto di vista scientifico, è permesso portare avanti una politica cautelativa che implica decisioni politiche ed economiche.

Purtroppo però se la decisione Ue dovesse essere favorevole all'uso del glifosato faremo molta difficoltà ad arginarne la diffusione anche nel nostro Paese.

Cos'è esattamente il glifosato e come agisce?

Il diserbante non è selettivo, cioè elimina senza distinzioni tutte le erbe infestanti. La molecola è stata scoperta negli anni 50 dalla Cilag e 20 anni dopo la Monsanto ha scoperto la sua azione diserbante ad ampio raggio.

E' stata introdotta sul mercato nel 1974, e fino ad oggi ne sono state spruzzate sui campi circa 9 milioni e mezzo di tonnellate. Brevettata con il nome di RoundUp, si è rivelata subito molto economica e di semplice utilizzo. Il suo boom nasce con l'immissione nel mercato, da parte della Monsanto, delle prime colture OGM, resistenti al glifosato, come la soia, il riso e poi il grano.

L'erbicida però viene completamente assorbito dalla pianta, partendo dalle foglie dove viene irrorato, fino a migrare nelle radici. Il resto della vegetazione secca e muore nel giro di 10 giorni dopo che il glifostato è stato spruzzato prima della semina. Non crescono erbacce per cui la pianta coltivata non ha competitori, e può crescere indisturbata e raggiungere maggiori dimensioni. L'uso del RoundUp è aumentato dagli anni 70 ad oggi di 15 volte, ed essendo scaduto il suo brevetto, oggi sono diverse le aziende che lo producono, sia per diserbanti agricoli, sia per prodotti di giardinaggio e manutenzione del verde stradale, autostradale ed eliminazione di erbe infestanti tra i binari ferroviari.

L'uso in Europa

Il glifosato è stato autorizzato nel 2002, con la clausola della valutazione periodica delle agenzie regolatorie circa la sicurezza per la salute e l’ambiente. Il rinnovo del permesso deve sottostare ai dati più recenti della comunità scientifica; dal 2012 è iniziato uno strano processo che tende a rivalutarlo ed a ripristinarlo nei Paesi europei. Dopo che gli enti preposti alla sicurezza hanno manifestato il loro disaccordo, è stata concessa una proroga fino a fine anno. Paesi come l'Italia, l'Olanda, la Francia e la un Svezia hanno espresso parere contrario, mentre la Germania è favorevole, ma ci viene spontaneo chiederci cosa quali interessi muovano la Germania in questo senso, se ci sia sotto la multinazionale più potente del Paese o no.

I Francesi vogliono vietare completamente l'uso del glifosato entro il 2022 e il 5 ottobre prossimo ci sarà una nuova votazione sulla questione.

Rischio di cancro

Il glifosato è sotto osservazione da tempo, da quando, molti anni fa, era stato dichiarato innocuo ed addirittura biodegradabile. La dicitura biodegradabile è stata cancellata dall'etichetta dopo una sentenza che ha condannato la Monsanto, e l'OMS ha inserito la molecola nella lista nera delle sostanze a rischio cancro. Il tipo di cancro associato al glifosato è il linfoma non-Hodgkin, ed è molto probabile che chi è maggiormente esposto alla molecola per attività lavorativa, come numerosi agricoltori in tutto il mondo, possa ammalarsi. Inoltre la molecola ha un'azione mutagena, documentata da studi su animali e cellule, per cui indurrebbe mutazioni genetiche con conseguente morte fetale oltre che potenzialmente cancerogena.