Il principio di precauzione è un pilastro fondamentale per la difesa della salute umana e dell'ambiente, e finora è stato l'unica difesa contro i trattati internazionali sull'importazione alimentare. Ora però, una sentenza della Corte europea lo boccia permettendo alle grandi multinazionali che utilizzano alimenti OGM di 'trattarci alla stregua di cavie'. La Corte di giustizia europea ritiene che se non sia certo che un prodotto geneticamente modificato comporti un rischio grave per la salute degli umani, animali o per l’ambiente, nessuno Stato europeo può vietarne la coltivazione o istituire altre misure d'emergenza.
Fino ad ora l'Europa aveva bloccato gli OGM al fine di evitare ogni rischio, dal momento che gli effetti del consumo di transgenici sono ancora poco conosciuti. quindi da ora in poi i consumatori potrebbero fungere da cavie e sperimentare direttamente sulla loro pelle se gli OGM sono nocivi o meno. In Italia ci sono state dure opposizioni, come quella del Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nemico giurato degli OGM o del Ministro dell'Agricoltura. Gli OGM distruggono la biodiversità e mettono a repentaglio la nostra salute, ma nonostante questo le multinazionali sono riuscite a spuntarla, imponendosi sulla decisione finale della Corte. I prodotti nostrani, poi, saranno i più colpiti dall'ingresso massivo degli OGM, che hanno un costo nettamente inferiore, perché i prodotti tipici e quelli ad elevata qualità rischieranno di sparire.
L'ombra della Monsanto
Monsanto è la grande multinazionale, famosa per la guerra del RoundUp, il diserbante criticato a livello mondiale ma presente ogni dove. e per la produzione e distribuzione in scala mondiale di semi OGM resistenti al Glifosato dei principali cereali. Essa è forse responsabile anche di questa decisione.
La sentenza della Corte europea ha alla base un caso italiano che risale a parecchi anni fa, al 1998. Allora l'Ue aveva autorizzato il commercio di mais OGM Mon 810, prodotto dalla Monsanto, allora ritenuto privo di pericoli per la salute umana e per l’ambiente. Quindici anni dopo l'Italia chiese di vietare la sua coltivazione, perché nuovi studi scientifici non escludevano la possibilità di interazioni nocive con il nostro organismo.
La Commissione Ue rispose negativamente ma il Governo italiano emise ugualmente un decreto per vietarne la coltivazione.
Quel tentativo di difendere il principio di precauzione oggi è stato annullato con la sentenza Ue che apre definitivamente le porte agli OGM in Italia. Le multinazionali hanno vinto ancora una volta e presto ci renderanno 'schiavi' perché dovremo sottostare a delle regole dittatoriali: una volta acquistato un seme OGM, il raccolto successivo non origina dai semi del primo che vengono raccolti ma è obbligatorio acquistare di nuovo le piantine coltivabili dalla casa madre.